Lo ha detto Giacomo Rispoli, direttore R&M Portfolio management & Supply and Licensing Eni, intervenendo a un workshop a Gela, con esperti, ricercatori e imprese a confronto sul tema della bioeconomia e in particolare sul ruolo delle bioraffinerie. Per tre giorni la cittadina del Nisseno e’ al centro del dibattito scientifico sul futuro della raffinazione.
GELA – “La Raffineria di Gela e’ attesa da una nuova sfida tecnologica. Sara’ il secondo esempio in Italia, dopo Venezia, di bioraffineria; diventera’ un grandissimo esempio di quella che sara’ la bio economy che via via avra’ sempre piu’ importanza e un maggior ruolo sia nel nostro Paese sia a livello internazionale”. Lo ha detto Giacomo Rispoli, direttore R&M Portfolio management & Supply and Licensing Eni, intervenendo a un workshop a Gela, con esperti, ricercatori e imprese a confronto sul tema della bioeconomia e in particolare sul ruolo delle bioraffinerie. Per tre giorni la cittadina del Nisseno e’ al centro del dibattito scientifico sul futuro della raffinazione.
“La nuova sfida parte da un progetto di ricerca interamente di Eni la cui prima applicazione – ha sottolineato Rispoli – e’ stata realizzata nella raffineria di Venezia, dove da tre anni stiamo gia’ lavorando e producendo green diesel con successo. A Gela, siamo riusciti grazie a questo progetto di ricerca a riutilizzare tutte quelle competenze di know how che abbiamo accumulato nell’arco di 50 anni e a reindirizzare questo stabilimento verso traguardi completamente nuovi e piu’ importanti perche’ l’economia sta cambiando. Non possiamo piu’ pensare di fare solo benzina e gasolio nella maniera tradizionale ma dobbiamo prepararci al futuro. C’e’ il tema della ‘decarbonizzazione’ dell’economia e a Gela – ha proseguito – stiamo lanciando le basi di questa nuova bio economy. Nella bioraffineria di Gela, oltre all’olio di palma certificato e quindi agli oli vegetali convenzionali, Eni cerchera’ di soffermarsi di piu’ sugli oli esausti, sui grassi animali, su quelli che piu’ rappresentano la cosiddetta economia circolare e con questi oli esausti alimentari che verranno recuperati, attraverso la nostra tecnologia riusciremo a riconvertirli in diesel di altissima qualita'”. (
“La nuova sfida parte da un progetto di ricerca interamente di Eni la cui prima applicazione – ha sottolineato Rispoli – e’ stata realizzata nella raffineria di Venezia, dove da tre anni stiamo gia’ lavorando e producendo green diesel con successo. A Gela, siamo riusciti grazie a questo progetto di ricerca a riutilizzare tutte quelle competenze di know how che abbiamo accumulato nell’arco di 50 anni e a reindirizzare questo stabilimento verso traguardi completamente nuovi e piu’ importanti perche’ l’economia sta cambiando. Non possiamo piu’ pensare di fare solo benzina e gasolio nella maniera tradizionale ma dobbiamo prepararci al futuro. C’e’ il tema della ‘decarbonizzazione’ dell’economia e a Gela – ha proseguito – stiamo lanciando le basi di questa nuova bio economy. Nella bioraffineria di Gela, oltre all’olio di palma certificato e quindi agli oli vegetali convenzionali, Eni cerchera’ di soffermarsi di piu’ sugli oli esausti, sui grassi animali, su quelli che piu’ rappresentano la cosiddetta economia circolare e con questi oli esausti alimentari che verranno recuperati, attraverso la nostra tecnologia riusciremo a riconvertirli in diesel di altissima qualita'”. (