Negli ultimi tre anni Eni ha speso in Italia 15 miliardi e per il prossimo quadriennio prevede di rilanciare con 21 miliardi, per portare avanti un percorso di profonda trasformazione che tocca tutti i settori di business, dall’upstream fino alla raffinazione e alla chimica, dalla generazione di energia elettrica alle bonifiche. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro di giovedi’ scorso presso i laboratori di ricerca Eni di Bolgiano fra il premier Paolo Gentiloni, l’Ad Claudio Descalzi e una rappresentanza di studenti e Professori delle scuole superiori, delle Universita’ e Master in Italia, che con Enisono coinvolti in progetti di formazione quali l’alternanza scuola-lavoro, l’apprendistato di primo livello, corsi di laurea magistrale e master nell’ambito del settore energia. L’obiettivo degli investimenti e’ quello di dare nuova vita ad asset esistenti in ottica low carbon e di una maggiore efficienza energetica, senza ridurre gli organici, ma investendo nelle tecnologie e nelle competenze e perseguendo cosi’ una strategia in controtendenza rispetto al resto del settore, che ha tagliato progetti e disperso capitale umano. I pilastri di questa strategia in Italia sono 4: l’attivita’ di esplorazione e produzione di idrocarburi; la trasformazione dei settori della raffinazione e della chimica; la transizione energetica basata su gas e sviluppo di fonti rinnovabili; le persone, l’innovazione e le competenze. L’Ad di Eni ha spiegato in primo luogo come l’esplorazione e la produzione di idrocarburi continueranno a rappresentare per la societa’ il motore della crescita e il ponte verso il futuro energetico sul quale basa la propria strategia: Eni in Italia manterra’ i propri livelli di produzione continuando a puntare significativamente sul gas, la piu’ pulita delle fonti fossili e partner ideale delle rinnovabili nella transizione verso un mix energetico a basso contenuto di CO2.
Parallelamente, ha aggiunto Descalzi, Eni sta studiando di trasformare le piattaforme in via di dismissione per produrre nuove forme di energia rinnovabili, dal mare, dal vento e creare nuovi laboratori di ricerca. Eni, ha proseguito l’Ad, e’ stata poi la prima societa’ al mondo a convertire una raffineria tradizionale in bioraffineria, a Venezia, e oggi prevede di produrre un milione di tonnellate di greendiesel entro il 2020 grazie anche allo start up della raffineria di Gela, coprendo cosi’ l’intero fabbisogno italiano di biocarburanti, con un investimento di oltre 420 milioni di euro. Eni produrra’ poi energia e carburanti anche da rifiuti, grassi animali e oli di frittura, ricorrendo a tecnologie innovative.
Nell’ambito delle energie rinnovabili, ha poi spiegato Descalzi, nel 2016 Eni ha identificato e lanciato progetti di generazione di energia da risorse rinnovabili nei propri impianti in Italia con l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica dell’azienda, traguardando 220MW di energia entro il 2020.
Concludendo Descalzi ha voluto sottolineare come il vero patrimonio dell’azienda siano le persone, le competenze e la capacita’ di innovare. Dal 2009 al 2016 Eni ha investito circa 1,5 miliardi in ricerca, che hanno permesso di sviluppare piu’ di 300 tecnologie proprietarie e oltre 6 mila brevetti; nel prossimo quadriennio la societa’ investira’ oltre 500 milioni, collaborando anche con importanti universita’ italiane, oltre che internazionali come il MIT. La trasformazione di Eni ha gia’ portato risultati importanti in termini di efficienza energetica, di sviluppo di risorse e di capitale umano, dando continuita’ ad un immenso patrimonio che e’ stato la sua forza in passato e che consentira’ cosi’ di essere competitivi per creare valore nel futuro.