Possiamo dire che la liturgia di questi giorni ( Vangelo e preghiere ) segue un filo conduttore di fondamentale importanza : “ accanto al sepolcro vuoto, invano veglia il custode “ …. dagli abissi della morte Cristo ascende vittorioso “ ( Dalla Liturgia ) L’episodio profondamente suggestivo dei discepoli di Emmaus , ci conduce, dopo Tommaso, alla stessa conclusione : “ Cristo è risorto “ ! Forse potrebbe essere gradito, uscendo dall’abituale natura di riflessione “omiletica “, rivedere il racconto fatto in prima persona dai due discepoli, per gustarne tutta la bellezza e l’efficacia. Era la mattina del primo giorno della settimana, ci siamo messi in cammino quando erano le nove . Andavamo lentamente, con l’animo sfiduciato. Facevamo lunghi tratti in silenzio. Era un silenzio densissimo di pensieri, di riflessioni amare, di constatazioni deludenti, con un senso di ribellione mal sopportata. Era una lotta sorda e acuta dentro di noi, un peso che gravava e ci ammutoliva. Perché tutto è finito così ? Un passo dietro l’altro, pesante, di una angoscia mortale. Uno sconosciuto si è affiancato a noi nel cammino. Ci dice : Di che state discutendo così amaramente ? Lo guardammo in faccia, con aria di disappunto: Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme che non conosci ciò che è accaduto in questi giorni ? E lui ribadisce : ma quali sono questi fatti ? E noi dovevamo ricordare “quali i fatti ? “ A Lui che avrebbe potuto mostrarci le sue piaghe, dirci il numero delle battiture nella flagellazione, dell’uragano dei dolori della crocifissione ! “ O insensati e tardi di cuore !” E Lui che ci era sembrato il solo a non conoscere…. ci spiegò il senso delle Scritture del Vecchio e Nuovo Testamento. E mentre ci parlava “ ardebat cor nostrum “ , ci bruciava il cuore di simpatia e di amore. Siamo giunti al villaggio e voleva continuare il suo cammino. Lo abbiamo convinto a restare. Resta con noi Signore che già si fa sera ! Ci ponemmo a tavola. E Lui “ prese il pane, recitò la preghiera di benedizione e lo offrì. Noi guardammo attoniti: il pane spezzato; senza parole, come dentro ad una nube di mistero lo abbiamo preso, trepidando. E in quel momento è andato via dai nostri occhi; eppure era lì in quel pane, con una presenza viva, mai sperimentata prima, quando calava la sera. Lo abbiamo riconosciuto allo spezzare del pane. Ci gorgogliavano dentro la letizia più vera e un incontenibile fervore. Il Signore è veramente risorto! L’episodio ci conferma che il vero incontro con il Cristo ha luogo nell’ascolto della sua parola, che infiamma il cuore,nello spezzare il pane ( l’eucaristia, la comunione ) e nella fervida professione di fede. Sappiamo e crediamo che Gesù Cristo è veramente risorto.
Dalla delusione alla gioia!
Lun, 01/05/2017 - 00:01
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