CALTANISSETTA – E’ in programma sabato 6 maggio alle ore 16.45, presso la parrocchia Regina Pacis, la Presentazione del libro JIHAD. Significato e attualità. Incontro con la Prof.ssa Silvia Scaranari, autrice del libro e cofondatrice del «Centro Federico Peirone» per il dialogo cristiano-islamico di Torino. Nel corso dell’incontro sarà presentata l’intera collana editoriale ISLAM – SAPERNE DI PIÙ (di cui il libro fa parte). Dialoga con l’Autrice il Prof. Alberto Maira, Responsabile regionale di Alleanza Cattolica.
IL LIBRO Il fenomeno del jihād armato è entrato prepotentemente nelle nostre case con i ripetuti attacchi degli ultimi anni, suscitando, anche nel mondo islamico, un dibattito molto articolato. Per non criminalizzare tutto l’islam o, al contrario, deresponsabilizzarlo immaginando l’esistenza di un’ala «deviata», è utile ricostruire il significato del termine jihād a partire dalla dottrina. Nel libro si esamina anche il suo sviluppo nel corso della storia, arrivando fino ai nostri giorni, in cui il martiriosuicidio, ignoto nell’islam sunnita fino al XX secolo, è diventato uno strumento privilegiato di lotta. Il tema è stato sviluppato in 5 capitoli dove vengono affrontati quindi la nascita, lo sviluppo, le diverse forme di jihad, le attuali dinamiche presenti nei principali gruppi jihadisti. Il linguaggio usato è divulgativo e i riferimenti bibliografici presenti in nota sono facilmente reperibili.
L’AUTRICE SILVIA SCARANARI, laureata in lettere moderne a Torino e in filosofia a Parma, è cofondatrice del «Centro Federico Peirone» per il dialogo cristiano-islamico di Torino. Collabora alla rivista bimestrale Il dialogo / al-hiwār ed è autrice di diversi testi, fra i quali: L’Islam (1998); con altri autori: Islam: storia, dottrina, rapporti con il cristianesimo (2004); con A.T. Negri: I musulmani in Piemonte (2005) e I ragazzi musulmani nella scuola statale (2008). LA COLLANA Sono tante le domande che ci poniamo sull’Islam: nascono dalla curiosità, dal desiderio di conoscenza e di dialogo, a volte dal dubbio e dal timore. Soprattutto oggi, in cui queste domande hanno un’implicazione non solo religiosa, ma anche profondamente sociale. La collana ISLAM: saperne di più vuole offrire risposte su un mondo, quello musulmano, non più lontano, ma presente nella nostra vita quotidiana. Ogni volume si occupa di un particolare aspetto della fede, del costume, della cultura musulmana affidandone la trattazione a studiosi che da anni approfondiscono la conoscenza dell’islam. Serietà e precisione nelle informazioni e semplicità nello sviluppo dei temi caratterizzano i libri, accessibili ad un vasto pubblico. Ad arricchire ogni volume, le note e una bibliografia con testi facilmente reperibili o consultabili, per approfondire il tema. Il piano dell’opera prevede 10 volumi. Tre sono già disponibili in libreria (Corano. Identità e storia; Jihãd. Significato e attualità; Etica islamica. Ragione e responsabilità), mentre il quarto titolo – Maometto. Inviato di Dio e condottiero – sarà disponibile da maggio 2017. La collana è curata dal Centro Federico Peirone per il Dialogo Cristiano-Islamico (Torino)
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Iniziativa lodevole che spero abbia proseliti: studiare l'Islam e il Kuran deve essere un impegno sociale, a fronte dei disastri che i fanatismi religiosi hanno sempre provocato a donne e uomini, in qualsiasi contesto storico quei fanatismi si siano radicati. Uno per tutti: "L e Sante Inquisizioni" "mai sante perché mai intelligenti" diceva Leonardo Sciascia, e io aggiungo mai cristiane nel senso evangelico.
L'Islam dei Paesi mussulmani non riconosce la "Dichiarazione universale dei Diritti dell'umanità" , vale a dire delle donne e degli uomini.
E la spiegazione, per chi la cerca e trova, sta proprio dentro il Kuran e nell'Islam che ne discende: una delle -sure - ( versetti coranici) ammonisce: "La donna sta un gradino sotto l'uomo" e che la stessa "può essere picchiata dal marito, quando la donna ...disubbidiente".
Senza queste informazioni, brancolare nel pittoresco e nelle leggende diventa automatico.
C'è una differenza sostanziale, vitale direi meglio, tra Teocrazia ( quella delle religioni in genere e dell'Islam in particolare) e Democrazia.
La Teocrazia, quale verbo di Allah e di qualsiasi altro dio, non si discute: o la si osserva oppure si è "infedeli" e dunque fuori dal contesto degli - integrandi - islamici.
La Democrazia, sempre perfettibile e migliorabile, discende dall'accordo tra tutti i consorziati di un Paese che, per l'appunto, si sono dati comuni regole che si debbono osservare, rispettare e fare rispettare dentro una divisione di poteri e di ruoli sempre controllabili dal "popolo sovrano", anche attraverso libere elezioni.
Ne scaturisce l'incompatibilità tra teocrazia e democrazia, che sono di fatto in conflitto permanente.
Provate a chiedere a un mussulmano, quantunque nato in Italia o in Europa, figlio di mussulmani, se si considera italiano, europeo o mussulmano.
La risposta non darà sorprese.
L'integrazione tra diverse etnie che vivono nella stessa realtà sociale in qualsiasi Paese democratico, avviene attraverso il rispetto della Costituzione democratica vigente.
Chiediamoci a che punto sia allora questa integrazione, e ognuno potrà darsi tutte le risposte.