Sembra che stiamo per parlare di “una partita” per la quale si può utilizzare appunto questo linguaggio : Perdere … o Vincere ..In effetti la partita, la gara, ce l’ha descritta la liturgia della domenica precedente, quella di Pasqua. E’ addirittura un “duello” prodigioso , nel quale è impegnato Cristo che vince sulla morte. Dunque Cristo ha vinto, è risorto, è vivo. Non c’è dubbio che l’icona più espressiva e che ci dà la massima garanzia, è il sepolcro vuoto. Il corpo di Cristo non è stato trafugato . Egli appare “in persona”, incontra e parla con le donne, e in particolare con Maria Maddalena; sta in mezzo ai discepoli riuniti nel cenacolo. Appare a loro la sera stessa della risurrezione, e poi, all’ottavo giorno. E’ la liturgia di oggi. E’ comprensibile che gli spunti di riflessione sono molteplici e densissimi di contenuto; basti pensare al “dono” essenziale della pace: “ Pace a voi “; alla facoltà data ai discepoli di rimettere i peccati; alla missione di andare in tutto il mondo per annunciare la verità, di testimoniare la verità più sconvolgente che è la sua risurrezione. Ma scegliamo di fermare l’attenzione, gioiosa e quasi divertita, sull’episodio, certamente caratteristico, dell’incontro di Tommaso con Gesù. Se vogliamo, è un momento strano, umanissimo e per questo così vicino a noi. Ci è così facile identificarci con lui, riconoscendo la nostra fragilità nel campo della fede. Noi così desiderosi di certezze e garanzie, vittime talora di dubbi e tentazioni dinanzi al mistero cristiano. Ed ecco Tommaso che, assente alla prima apparizione, non crede agli altri apostoli che affermano : “ abbiamo visto il Signore”. Non crede a Maddalena, non dà importanza al sepolcro vuoto e dice : “ Se non metto il dito … “ E Gesù lo rimprovera: “ Tommaso non essere incredulo “ ! Tommaso rinunzia alla sua pretesa di voler toccare, ed esclama : “ Mio Signore e mio Dio “. donandoci la più vigorosa affermazione teologica, la più perfetta professione di fede. Io credo che Tommaso, il gemello… di suo fratello , è anche nostro gemello, nella fede e nel dubbio, e in quel momento avrà avuto i sentimenti espressi nel popolare motto “ Non ci posso credere “! che da un lato sembra voler dire che non si crede e dall’altro, invece, si afferma che è talmente straordinaria la verità, è così carica di una forza soprannaturale, che sembra davvero impossibile, eppure è vera. E’ un monumento allo stupore… più stupefacente , quasi lo stordimento dei sensi in uno smarrimento delle logiche umane, travolti dal soffio soprannaturale in un’atmosfera di mistero. E’ un aspetto di verissima umanità, nella quale ci troviamo spesso anche noi, che avvertiamo la necessità di trasformare lo stupore in fede genuina e sicura: “ Mio signore e mio Dio “! Il sepolcro vuoto, il posto vuoto dei chiodi sul corpo di Gesù, non sono il segno del “perdere” ma del più confortante e glorioso “ vincere.”