VILLALBA – Al comunicato del gruppo “Insieme per Villalba” da noi pubblicato, pronta la risposta del gruppo “Amare Villalba, che pubblichiamo integramente, ”Dopo una lunga assenza mediatica da parte della parte a noi avversa, tant’è che , visto il mutismo che li caratterizzava da un paio di mesi a questa parte, pensavamo che si fossero ritirati sull’Aventino, leggiamo con piacere, e col sorriso sulle labbra, il comunicato da parte di sindaco, giunta e consiglieri di Ipv. Se gli stessi mettessero lo stesso impegno che hanno messo nello scrivere il comunicato nell’azione amministrativa quotidiana, ne trarrebbe beneficio il paese stesso, visto lo stallo che stiamo vivendo dovuta alla palese incapacità amministrativa. Ritornando al comunicato in primis volevamo ricordare al sindaco che la spiegazione della nostra petizione era presente sul foglio stesso delle firme, e il signor sindaco, o chi per lui scrive (cosa molto usuale nel loro gruppo, il far passare per unitario un pensiero magari non del tutto condiviso), più che far riferimento ad una nostra disonestà intellettuale, che proprio non ci appartiene, ma che è prerogativa di chi ci amministra, visto che la mancanza di onestà e trasparenza nei nostri confronti è prerogativa che lo caratterizza in questi due anni di amministrazione; e probabilmente non capisce che lui stesso non è stato in grado di spiegare le motivazioni per non firmare la petizione, visto che molti dei suoi più vicini sostenitori e parenti vari, si sono volontariamente e spontaneamente recati presso il nostro gazebo per dare il loro consenso. Si riferisce ad una nostra richiesta di consensi perché ormai lui stesso si è reso conto di aver perso tutti i suoi consensi. Non può e non deve passare il messaggio che la nostra iniziativa sia dettata da atteggiamenti di razzismo o di rifiuto verso chi è in difficoltà. Ne tanto meno si può far passare il popolo villalbese come poco ospitale, visto che già in passato molte famiglie hanno ospitato, A PROPRIE SPESE, i bambini di Chernobyl. Questa è solidarietà! Qui ci si ribella ad un’imposizione che porterebbe benefici solo alle cooperative, si finirebbe per posteggiare qui le persone senza nessuna prospettiva per il futuro. L’integrazione può avvenire se ci sono le condizioni economiche, sociali e numeriche. Perché anche il numero fa la differenza: un conto è chiedere accoglienza per 4-5 persone, un conto è imporre un progetto che ne preveda almeno 20, perchè, come ha detto il sindaco in consiglio comunale, altrimenti la cooperativa non ha “convenienza” a farlo, perchè è anti-economico. Non si puo’ vedere business o convenienza dietro un dramma sociale! Sicuramente il problema deve essere trattato con serietà e trasparenza, cosa sconosciuta al sindaco, che fin dall’inizio non è stato chiaro con il consiglio comunale e con i cittadini in merito agli incontri col prefetto. Ma i numeri parlano chiaro: noi abbiamo dato voce a preoccupazioni, e perché no anche paure, che seppur non condivise, non possono essere accantonate. Le istituzioni pubbliche non possono ricordarsi della nostra piccola comunità a loro comodo e poi lasciarci in balia del nostro destino. Infatti se non si vede futuro per se stessi, come si può pretendere di darlo ad altri? E che il sindaco si faccia lui stesso portavoce del volere della sua cittadinanza e che finalmente faccia capire che ha realmente a cuore il destino del paese per cui ha ricevuto il mandato ad amministrare, questo non è un invito, ma un obbligo, perchè è questo che la gente ha gridato a gran voce e vuole far sentire in tutte le sedi opportune!