Caltanissetta, aria di tempesta nel Polo Civico: “Congresso a maggio, verifichiamo il Patto Elettorale”

CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Un mese fa, in occasione delle dimissioni di uno dei tre coordinatori del Polo Civico, l’avv. Boris Pastorello, l’Assemblea dichiarò: «non siamo stati né mai saremo complici e nemmeno le stampelle di qualcuno per scelte individuali o di bottega, se si tenterà di stravolgere il mandato che i cittadini ci hanno assegnato.» Gli eventi successivi alla crisi di alleanza, che avrebbe dovuto condurre ad atti evidenti e immediati di rilancio dell’attività di programma, fanno registrare, viceversa, un’unica accelerazione: l’evidente connubio tra alcune frange della maggioranza e singoli personaggi della minoranza nel deliberato intento di ostacolare la realizzazione del programma di governo della città. Questo disegno è ancora più evidente nell’atteggiamento di chi, per mezzo di trasversali opere di demonizzazione personalistica e di falsificazione dei fatti oggettivi, intende screditare l’azione del Polo Civico, che con coerenza e lealtà ha sempre posto al centro della propria azione politica, l’interesse dei cittadini nisseni. Ricordiamo innanzitutto a noi stessi che l’Amministrazione Ruvolo è nata dall’aggregazione di forze della città che, attorno ad un modello di cambiamento politico fondato sulla coesione sociale, proposero in diversi Forum a tutte le forze civiche e di partito di discutere e lavorare per il bene comune. L’obiettivo era quello di riposizionare la città, intesa come comunità, al centro degli interessi politico-amministrativi. All’appello risposero il PD e l’allora UDC che si ritrovarono a considerare i modelli della democrazia partecipativa e deliberativa una piattaforma comune. Nacque così L’Alleanza per la Città. L’esperimento ci ha sempre visto convinti sostenitori del dialogo nella diversità, senza i giochetti della vecchia politica, che oggi sembrano voler essere riproposti da alcuni ad esclusivo personale interesse in vista delle prossime scadenze elettorali. Anche in occasione dell’azzeramento di Giunta, il Polo Civico considerò prioritaria l’idea, piuttosto che le persone, e senza recriminazioni ebbe l’ingenua fiducia di credere che il cambiamento atteso sarebbe maturato più rapidamente. Addirittura, a sostegno dell’Alleanza, si proposero tre tavoli tecnici pronti a intervenire con studi e proposte concrete. Oggi scopriamo che persino alcuni consiglieri della maggioranza considerano il Regolamento della partecipazione, spina dorsale del programma, “famigerato” e che contribuiscono a eseguire con pervicace cadenza il “taglio delle teste”, lo sminuimento delle iniziative e il silenziamento delle istanze legittime votate dai cittadini. Come se non bastasse, a distanza di quasi un anno, non si vedono fatti che manifestino con evidenza la famosa (o famigerata?) svolta: nessun atto amministrativo ha riguardato le filiere agro-alimentari, volano di uno sviluppo a parole; fermi nel sostengo finanziario il Campus biomedico e il Consorzio universitario, anche a causa delle promesse non mantenute del Presidente Crocetta; le opere di compensazione – occasione di risarcimento per un territorio che ormai ha una centralità viaria “virtuale” – hanno prodotto soltanto un’infruttuosa sfilata romana organizzata dall’on. Daniela Cardinale e un “riassestamento” delle richieste, senza alcuna quantificazione dei danni subiti, scelte più utili a chi deve risarcire piuttosto che alla città che deve essere risarcita; anche le grandi opportunità offerte da Agenda Urbana, che dovrebbe portare 22 milioni di euro, sono in una fase embrionale e priva di un’analisi dei fabbisogni concertata e analitica; l’Ufficio Europa resta sulla carta. Il disagio profondo vissuto dagli aderenti del Polo Civico è frutto di aspettative frustrate e di rappresentanze politiche che, operando disgiunte da quello spirito di collaborazione serena e fruttuosa, per sancire l’innovatività dei metodi e il rigore nelle procedure, privilegiano, al contrario, le intese con gli oppositori del programma, ammiccando al taglio delle teste di chi legittimamente vuole concretizzarlo. L’Alleanza è nata su un programma e per raggiungere un fine ambizioso: non amministrare bene la città, cosa che potrebbe e dovrebbe assicurare qualunque amministrazione di qualunque colore, ma superare finalmente un modo di governare che tiene lontani i cittadini dalla politica, sentita come palude di carrierismi, ruoli e utilitarismi. La partecipazione, per il Polo Civico, quindi non è uno slogan. Averla colpevolmente banalizzata, mira a travisare e rendere incomprensibile ai cittadini un’alleanza politica che, se utilizza queste modalità, non ci appartiene. Per noi l’approvazione del Regolamento della partecipazione significa garantire gli strumenti di una pianificazione strutturata di un sistema di lavoro nuovo, in costante collegamento coi cittadini ed è perciò questione fondamentale. Solo attraverso gli strumenti partecipativi, ben lungi da logiche spartitorie, è possibile il raggiungimento di concreti obiettivi: condivisione del Bilancio comunale, PRG, Piano dei rifiuti, sviluppo economico, riqualificazione del centro storico, politiche sul turismo culturale e religioso, politiche sociali, verde pubblico e sostenibilità, ecc.. Di fronte all’evidenza di una retromarcia rispetto ad ogni proposito elettorale, che ha messo in luce l’impossibile assimilazione di stili e finalità nuovi rispetto alle vecchie logiche partitiche, di fronte alla determinazione di una pax equivoca che mira ad altri traguardi, il Polo, in linea con quanto richiesto dall’Assemblea di dicembre, ritiene opportuno interrogarsi, ed è per questo motivo che aprirà una fase congressuale che si svolgerà entro il mese di maggio, quale verifica del Patto elettorale e della coerenza degli interpreti chiamati a realizzarlo.

L’Assemblea del Polo Civico – Cives 3.0

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