MUSSOMELI – Una interrogazione con risposta scritta è stata sottoscritta dai consiglieri comunali del PD e del P.D.R. – Sicilia Futura, indirizzata a Sebastiano Lo Conte, assessore allo Sport, Spettacolo, Politiche giovanili, Cultura e Turismo del Comune di Mussomeli, Sebastiano Lo Conte e al Presidente del Consiglio Comunale di Mussomeli Dott. Calogero Valenza. Così nella interrogazione:
“Ai sensi degli art. 13 del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio Comunale di Mussomeli e dello Statuto del Comune , i sottoscritti Consiglieri del gruppo Consiliare del Partito Democratico e del gruppo Consiliare del P.D.R. – Sicilia Futura, in relazione alla prossima seduta Consiliare, presentano formalmente per iscritto al Signor Sebastiano Lo Conte Assessore allo Sport, Spettacolo, Politiche giovanili, Cultura e Turismo di Mussomeli, , la seguente interrogazione per la quale si richiede:
– un riscontro, nei termini di legge e di regolamento, a mezzo di una risposta in forma SCRITTA;
– che della presente interrogazione e della relativa risposta sia data lettura nel prossimo Consiglio Comunale.
PREMESSA
Il 22 Dicembre del 2012 fu inaugurato l’Antiquarium archeologico di Mussomeli, aperto con spirito collaborazione, impegno e prese di responsabilità da parte del Comune e della Soprintendenza per i BB CC e AA di Caltanissetta. L’importanza del risultato fu subito evidente: Mussomeli si era finalmente dotata di un vero e proprio scrigno semantico in cui rispecchiarsi per conoscere le proprie origini; una realtà che da quel 22 dicembre iniziò la sua vita nel tessuto urbano della città e nello specifico, nel cuore del Centro Storico. Fu un inizio lento al quale seguì un interesse spontaneo dei fruitori provenienti sia da Mussomeli ma inaspettatamente da altri luoghi. Col passare del tempo, si raggiunsero dei risultati apprezzabili come testimoniato dal registro delle firme volontarie tra il 2013 e il 2014 (non tutti i fruitori firmano). Se si considera inoltre l’ubicazione dell’Antiquarium e l’isolamento cronico del nostro paese e avendo registrato la totale assenza di promozione e di pubblicità, si era di certo sulla buona strada. Nel frattempo la precedente amministrazione per il tramite dell’ Assessore ai Beni Culturali, riusciva a firmare una convenzione che permetteva al Comune di mantenere aperto il complesso di Palazzo Sgadari; il monumento divenne, accogliendo l’Antiquarium, uno di quei tipici esempi di Bene Culturale che custodisce beni Culturali mobili, in questo caso archeologici, beni di cui all’art. 10 del codice dei BB.CC. Il palazzo Sgadari con il suo prezioso contenuto fu inoltre sottoposto alla verifica delle condizioni di sicurezza da parte del nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri che si accertò, in quell’occasione, dell’integrità dei sistemi di sicurezza e dei reperti appena musealizzati. Il 2015 fa registrare la volontà da parte della precedente Amministrazione di iniziare un percorso di promozione e valorizzazione del nostro imponente patrimonio storico e archeologico. Ciò si verificò mediante la stipula di un incarico finalizzato alla promozione e alla valorizzazione dell’Antiquarium archeologico. Si trattò della determina sindacale che conferiva allo stesso Archeologo che nel 2013 si occupò dell’allestimento dell’Antiquarium, l’onere di valorizzarlo a titolo assolutamente gratuito. Nell’arco di quei pochi mesi, cioè quelli della durata dell’incarico, da febbraio a marzo del 2015 una nuova competente spinta sembrò caratterizzare la storia del Museo. Nonostante l’assenza di fondi a disposizione l’Amministrazione partecipò all’organizzazione di un importante Convegno di studi su Polizzello. A distanza di dieci anni dalla chiusura degli scavi, si riunirono presso l’Antiquarium i principali esperti italiani e internazionali che si confrontarono sul tema: “ Il sito di Polizzello nel contesto della Sicilia centro–meridionale”. Gli studiosi il 15 maggio riaccesero l’attenzione sull’importanza del sito alla luce di dieci anni di studi e delle nuove ricerche (scavi 2013-2015). Inutile sottolineare che si trattò di un successo per l’altissimo valore scientifico della giornata.
L’attività di valorizzazione e promozione si espletò anche durante il mese di aprile che vide la presenza all’interno del Museo, per circa due settimane, di un èquipe di specialisti del rilievo dei manufatti archeologici, diretti da Archeologi e studiosi dell’ Università di Catania. In quei giorni si svolse il rilievo e lo studio delle ceramiche greche provenienti dalla montagna di Polizzello al fine di completare una importante pubblicazione scientifica che porterà ulteriore ritorno di immagine a Polizzello, il suo Museo e a Mussomeli. Risulta inoltre a chi scrive che l’input per l’avvio dei lavori di pulizia e recupero del busto bronzeo di P. Emiliani Giudici nacque in quel contesto. Si provò allora ad avviare un difficile percorso di recupero della piazzetta antistante l’ Antiquarium, proprio laddove insiste il busto succitato. Il primo comprensivo si assunse l’onere del recupero della statua, innescando in automatico un nuovo interesse sia nei confronti del più importante cittadino di Mussomeli, il Giudici, sia verso la stessa struttura museale che accoglieva giovani e studenti impegnati in quei giorni.
Con questa breve analisi diacronica sulla genesi dell’Antiquarium ci fermiamo alla fine di maggio del 2015, allorquando le elezioni soffiarono su Mussomeli, un nuovo vento, portatore di benessere, di novità, di competenze indirizzate saggiamente verso la rinascita del paese, per farla breve, giunse la rivoluzione della Giunta Catania e degli uomini da lui scelti. Sull’Antiquarium cadde l’oblio a partire dalla fine di maggio del 2015, dal suo canto il nuovo Sindaco non intese avvalersi di chi collaborava con la precedente Amministrazione, seppur a titolo gratuito. Ci rendiamo conto, che dall’alto delle sue competenze, non riuscire a focalizzare e comprendere in modo nitido un’ immagine è certamente caudata da una patologia, non dalla volontà personale. Uno dei primi atti della nuova Amministrazione fu infatti quello di chiudere l’Antiquarium, probabilmente alla fine di maggio, per riaprirlo in modo frettoloso all’inizio dell’autunno. Ci permettiamo di ricordare che la chiusura di qualsivoglia struttura moderna o storica, per una durata di tempo medio-lungo come in questo caso, stiamo parlando di almeno tre mesi, non può che provocare solo dei danni. Adesso infatti si registra un certo disinteresse, che misura la linea politica dell’Assessorato competente della Giunta Catania. Ci sia consentito ricordare che non esiste l’Assessorato alle sagre e alle bancarelle, alle cene estive, agli zufoli e ai doppi flauti, che sono tuttavia manifestazioni importanti e necessarie. Il ruolo dell’Assessore allo Sport, Spettacolo, Politiche Giovanili, Cultura e Turismo non si esaurisce nell’espletamento di nobilissime attività manuali necessarie all’organizzazione delle suddette feste, per le quali l’attuale titolare non ha rivali. Ed è per ciò che ci permettiamo in questa sede di enucleare sinteticamente i fatti che interessarono l’Antiquarium archeologico di Mussomeli a partire da giugno 2015, ovvero dal momento dell’avvento dell’attuale amministrazione. La segnalazione della chiusura dell’Antiquarium giunse in Soprintendenza qualche giorno dopo il 18 luglio del 2015, allorquando si scoprì che un generale stato di abbandono e disinteresse caratterizzava sia l’esterno del palazzo sia l’interno. In quell’occasione fu segnalato il peggioramento delle condizioni del muro dell’ala ovest del Museo, che ormai aggredito dall’umidità causava il rigonfiamento ed il conseguente deterioramento delle foto del maestro Minnella. Ricordiamo che le opere furono acquistate e conseguentemente concesse per l’esposizione nel museo. Tutto questo certificava, dopo tre mesi dal vostro insediamento, l’avversione verso la risoluzione dei problemi dell’Antiquarium. Passa il tempo, finalmente si giunge al novembre del 2015, quando un sopralluogo congiunto tra Soprintendenza per i BB CC e AA e la Direzione del Museo Archeologico di Caltanissetta interessò lo stabile, in quella occasione e in virtù dello stato di degrado in cui versava la collezione archeologica, si affidò all’Archeologo che lo aveva allestito e consegnato in perfetto stato, il compito di riportare il Museo alle condizioni iniziali. Ci risulta che a quel tempo, fossero tangibili una serie di importanti anomalie sulle condizioni espositive dei reperti di grande pregio. Uno spettacolo indecente ed un valido motivo per cominciare a pensare che il Comune non fosse più in grado di conservare degnamente una piccolissima parte del suo patrimonio archeologico e, di conseguenza, immaginare il trasferimento delle collezioni in un luogo più sicuro. L’indifferenza messa in atto da questa Amministrazione nei confronti della struttura museale non si protrasse, perché costretti, oltre il 19 marzo del 2016. Infatti a partire da quel giorno stuoli di studenti appositamente preparati avrebbero accompagnato decine di persone tra le sale del Museo, in occasione delle giornate del F.A.I. (Fondo Ambiente Italiano) e a quel punto sarebbe scoppiato lo scandalo se qualcuno avesse segnalato le condizioni in cui versavano i reperti. Ricordiamo che furono consegnati al Comune dalla Soprintendenza con apposita convenzione in cui si garantiva che fossero mantenute le condizioni di sicurezza degli oggetti, di cui all’art. 10 del codice dei BB CC, in questo caso BB archeologici. Il Sindaco corse ai ripari prima del 19 ricorrendo al solito Archeologo che si adoperò a titolo gratuito per fare tutto l’indispensabile e il necessario per risolvere i problemi emersi.
Con la supervisione della soprintendenza, lo specialista si recò il venerdi 18 presso la struttura, ma in un solo pomeriggio e con i mezzi a disposizione non fece altro che sistemare gli oggetti per l’esposizione, senza però risolvere il problema in toto. Fu auspicato inoltre di limitare la fruizione in attesa di un interessamento del Comune per la soluzione definitiva. Ci permettiamo di ricordare che in quell’occasione nessun collaboratore dell’Assessore o un qualsivoglia subalterno dello stesso era presente, come se il problema non interessasse. Quando si pensa ai reperti archeologici si pensa spesso a cose di poco valore, e se non è questa la sede per la quantificazione economica del patrimonio archeologico di Mussomeli, la esortiamo caro Assessore, ma siamo certi che ne conoscerà già l’entità, di informarsi sul valore assicurativo di ogni singolo pezzo. Ci dispiace continuare nell’enucleare i risultati del suo disinteresse sulla Cultura, ci permettiamo di insistere che è una sua prerogativa e responsabilità.
Per concludere questa impietosa carrellata, iniziata a partire dalla sua nomina a titolare della Cultura, come ci induce a pensare la successione cronologica degli eventi, le ricordiamo, ma lei ne è pienamente consapevole, che da quel lontano 19 luglio 2015, tuttora l’ala ovest del Museo è aggredita dalla muffa e dall’umidità. Ricordiamo ancora una volta che qui sono esposte le opere di Melo Minnella, acquistate dal Comune e che lo stesso ne sta trascurando colpevolmente l’esistenza.
A tal proposito, ci viene in mente che il Sindaco, in occasione della presentazione del libro “Il Titano di pietra – Mussomeli e il suo castello”, scritto da Roberto Mistretta con foto dello stesso Minnella, promise pubblicamente di impegnarsi ad ospitare in un luogo adatto, una mostra permanente di una collezione più nutrita di opere del Maestro. Promessa che oggi, ci sembra impossibile che venga mantenuta, visto il degrado in cui versano le opere già accolte nel Palazzo Sgadari.
Il micro clima che si è creato presto sarà nocivo per i reperti fittili, ma ancor di più per i tessuti, oltre a costituire una indecenza per chiunque entri nel Museo.
Inoltre, quando piove, si verificano infiltrazioni di acqua che invade i pianerottoli che separano l’ingresso principale dalla sala museale al primo piano, qui sono esposti dei frammenti architettonici, verosimilmente provenienti dalla scalinata del Palazzo Trabia e degli stucchi originali dell’ex aula consiliare di Palazzo Sgadari. Il problema in questo caso è causato dal lucernaio che essendo danneggiato, permette alla pioggia di riversarsi sugli stucchi e i calcari, con conseguenze nefaste per gli stessi.
Potrebbe provare a rispondere dunque alle nostre lecite domande. Esse scaturiscono dalla consapevolezza che laddove non sono riuscite le guerre, i secoli e gli agenti atmosferici, stia riuscendo l’incuria. Ci riferiamo al totale disinteresse della Amministrazione nei confronti dell’Antiquarium e dei suoi problemi, che invece stride con il costante impegno che dimostra sul campo, in altri settori in cui senza dubbio il titolare della Cultura eccelle.
Le cene all’aperto, le sagre e le varie feste che ben vengano, siamo lieti che ne sia lei il protagonista, tuttavia è nostro dovere ricordarle che il suo compito non si esaurisce in ciò. Trascurare o far finta di nulla rispetto ai problemi citati, sperando nel tempo che passa, porta pesanti conseguenze sulla valorizzazione culturale dei beni archeologici e storici. Siamo altresì lieti che L’Amministrazione si occupi di tante altre cose che probabilmente non hanno radici nella nostra cultura. Invece noi, con i piedi piantati nella stessa terra calpestata dai nostri avi, vi chiediamo di rendervi conto degli effetti negativi della vostra incuria nei confronti del patrimonio storico archeologico di Mussomeli, il quale, continuando di questo passo, si avvia ad un veloce ed inesorabile degrado.
Per tutto quanto sopra
I CONSIGLIERI CHIEDONO:
Rendiconto dettagliato sullo stato di salute del patrimonio archeologico conservato presso l’Antiquarium e chiarimenti su quello eventualmente danneggiato.
- Come intende intervenire per scongiurare l’inevitabile danno nei confronti dei reperti fittili e delle opere del Minnella, ormai abbandonate alla muffa?
- Sono ancora valide le condizioni di sicurezza?
- Quale è la forma giuridica che allo stato attuale consente di tenere aperta la struttura?
- Esiste una nuova convenzione con la Soprintendenza?
- Esiste un inventario del patrimonio conservato?
- Quanto durerà questo disinteresse?
- Qual’è la strategia di valorizzazione e di sviluppo da lei intrapresa o che intende intraprendere per il bene oggetto dell’interrogazione?
Ed infine:
- Qual’è l’indirizzo politico di conservazione e valorizzazione che questa Amministrazione intende seguire sui restanti beni che ancora oggi risultano abbandonati?
- Dato che le condizioni di conservazione di alcuni beni non possano essere mantenute ad un adeguato livello di tutela, vi chiediamo di affidare alcune opere e oggetti ad associazioni o istituzioni interessate. Purchè tutto sia regolato da apposite convenzioni.”