CALTANISSETTA – Sanità d’eccellenza all’ospedale Sant’Elia. Per la prima volta in Sicilia in un paziente è stato impiantato un PICC PORT, un dispositivo che si inserisce nel sottocute del braccio dei pazienti ma dotato di un piccolo serbatoio che si intasca anch’esso nell’arto. L’intervento è stato effettuato presso la Struttura Complessa di anestesia e rianimazione del presidio Sant’Elia diretta dal dottor Giancarlo Foresta cui fa capo il Vascular team composto dai medici specialisti in anestesia e rianimazione Rita D’Ippolito (responsabile), Salvino Asaro e Maria Carmela Lunetta e dagli infermieri Concetta Cassaro, D’Alma Salvatore e Rosario Ferro. Questi interventi iniziano ad essere effettuati per effetto della spinta data dal Direttore generale, dottore Carmelo Iacono, che, in quanto oncologo, dimostra una particolare sensibilità alle tematiche dei pazienti affetti da neoplasie solide o ematologiche. Il PICC PORT consente di effettuare, egualmente agli altri dispositivi citati, prolungate terapie oncologiche con un notevole vantaggio estetico, specialmente apprezzato dalle giovani donne affette da tumore, perché collocato in una zona praticamente invisibile mediante un taglietto di uno-due centimetri.
La dottoressa Rita D’Ippolito illustra le peculiarità dell’intervento ed offre elementi chiarificatori sulle peculiarità dello strumento impiantato al paziente.
“Da oltre 20 anni i medici del reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta si occupano dell’impianto di cateteri venosi centrali in pazienti che necessitano di lunghe terapie – prevalentemente oncologiche – con farmaci che devono essere introdotti esclusivamente in vasi venosi di grosso calibro e cioè in prossimità del cuore. In linea di massima si possono utilizzare due tipi di cateteri centrali: i port e i PICC.
I port sono dei dispositivi che usiamo da più di vent’anni, costituiti di un serbatoio che viene ad essere completamente intascato nel sottocute (solitamente del torace) assieme al catetere che è invece introdotto in un vaso venoso in prossimità del cuore con l’ausilio di anestesia locale. I port, essendo completamente inseriti nel sottocute, permettono una maggiore autonomia del paziente ma i farmaci devono essere somministrati mediante degli aghi speciali (aghi di Huber).
I picc, sono stati introdotti sul mercato da una decina di anni e sono costituiti di un catetere che si introduce dal braccio, sempre con una minima anestesia locale, pur arrivando anch’esso in prossimità del cuore; in questo caso i farmaci sono somministrati attraverso l’estremità che resta all’esterno e comportano qualche limitazione, seppur minima, delle attività del paziente”.
L’intervento è effettuabile previa richiesta dei reparti di oncologia o ematologia o tramite CUP.