MUSSOMELI – Una testimonianza di vita vissuta dei nostri giorni, esattamente di qualche giorno fa, raccontata da un persona, assai infastidita dei pessimi comportamenti di taluni cittadini. Cosi il racconto dei fatti emersi ha scritto la signora “ recandomi a lavoro a piedi, in poche centinaia di metri mi sono imbattuta in ben tre situazioni che mi hanno fatto riflettere. Alla fine di via Concetto Marchesi, angolo via Quasimodo, non ho potuto proseguire la mia camminata sul marciapiede, perché proprio in quell’incrocio , ripeto incrocio, sostava tranquillamente un auto, quindi sono scesa dal marciapiede e mi sono spostata in mezzo alla strada per proseguire il mio percorso. Continuando a camminare, nei pressi dei cassonetti per la spazzatura, sempre di via Quasimodo, (ho dimenticato di dire che erano le 9,15 del mattino) si è fermata un’auto ed è sceso un conducente che ha buttato tranquillamente la spazzatura (ripeto 9,15 di mattina, cioè quando non si può ). Continuo il mio percorso e mi ritrovo in via Calatafimi, incrocio via Palermo, e la mia attenzione e stata attirata da una busta depositata vicino al cestino per la piccola spazzatura a sevizio dei passanti. Avvicinandomi sempre più constato che il sacchetto adagiato vicino al cestino contiene due scatole di scarpe (non so se piene) perché, giustamente, chi ha delle scarpe che non utilizza più, le porta nel cestino per i passanti …..Non nei cassonetti. Mi viene da pensare tanto, ma proprio tanto. E mi chiedo, copntinua ancora la signora, “ma noi cittadini sempre pronti a lamentarci per tutto……cosa facciamo per migliorare il nostro paese rispettando quel minimo di regole che in un paese che si ritiene civile si dovrebbero rispettare? Sarebbe più bella Mussomeli se ognuno di noi riuscisse a contribuire a rispettare il luogo in cui vive…..e in cui vivono i propri figli! Menomale che poi sono giunta a destinazione, altrimenti chissà cos’altro ancora avrei notato! ” Ecco che è scaturito lo sfogo, l’indignazione, forse anche rabbia e quello che è peggio, alla fine, forse, anche la rassegnazione con un “cu mi lu fa fari a ‘mmia=, assolvendo tali comportamenti con un…” solo leggerezze!”, quanto piuttosto, ritenerle autentiche azioni di inciviltà, o, per meglio esprimere il concetto, comportamenti di “vastasaggine”. In tali casi, non sarebbe male ricorrere alla collaborazione della Polizia Municipale a cui comunicare eventuale numero di targa della macchina presente. Una storia recente, anzi dell’altro ieri.