PALERMO – Bufera e scandalo – ancora una volta – attorno al cognome ingombrante di Riina e sulle scelte di certi settori della Chiesa cattolica. Nonostante la condanna definitiva per mafia, Salvo, figlio ossequioso del padrino di Cosa nostra regista delle stragi, ha ottenuto il via libera per fare da padrino alla nipote in occasione del battesimo che si e’ celebrato regolarmente nella chiesa madre di Corleone alla presenza dei parenti stretti. Riina jr, 39 anni, in liberta’ vigilata a Padova dopo avere scontato una condanna a 8 anni e 8 mesi per associazione mafiosa, con in tasca il permesso del giudice e il certificato di idoneita’ rilasciato da un parroco della diocesi veneta, si e’ presentato il 29 dicembre per il battesimo della figlia della sorella Lucia. Un errore pesantissimo, come ammette la Diocesi di Monreale, non informata a suo tempo di quanto stava avvenendo, e che ora parla di “fatto gravissimo” e lancia il suo anatema perche’ “non accada mai piu'”.
A celebrare quel rito senza porsi troppi problemi, il parroco di Corleone don Vincenzo Pizzitola, 73 anni, arciprete dal 1979 di questo paesone della provincia di Palermo al centro degli equilibri della mafia: “La documentazione presentata – ha spiegato il sacerdote – e’ apparsa regolare come da codice di diritto canonico per lo svolgimento di questo ruolo”. Una pilatesca autoassoluzione in formato burocratese che non e’ piaciuta all’arcidiocesi di Monreale, da cui dipende Corleone. Il vescovo Michele Pennisi (nella foto), rigoroso alfiere antimafia, confermano dalla Curia non era stato informato, ne’ erano stati avvisati gli altri uffici della diocesi. Una volta saputa la cosa, il pastore avrebbe invano tentato personalmente di censurare don Pizzitola che pero’ non avrebbe pero’ mai risposto al telefono al suo vescovo in questi giorni in Tanzania per inaugurare una scuola. Lo stesso Pennisi parla di “scelta intollerabile e inopportuna. Non si sarebbe mai dovuto verificare un fatto del genere. La disapprovazione della diocesi e’ netta. Mai piu’ episodi del genere”. E difatti la posizione della Chiesa e’ chiara, con Papa Francesco che ha piu’ volte parlato di scomunica per la mafia e i mafiosi. L’orientamento del resto e’ chiaro, in caso di grave condanna, come in questo caso, non e’ possibile essere padrino di battesimo o di cresima. L’incompatibilita’ tra mafia e Vangelo e’ stata tante volte ribadita. In questo caso non e’ bastato.