CALTANISSETTA – (di Luca Augello, V E tecnologico). Tornare a casa da vincitore della V edizione del Memorial “Nuccia Grosso”, Premio al giornalismo e alla cultura – trampolino di lancio per i giovani che vogliono intraprendere la professione giornalistica – riempie il cuore di gioia. Quella sera del 19 Febbraio, al Teatro Margherita, ho vissuto attimi di quel futuro che progetto e sogno con tanta ansia da sempre. Quella domenica sera, una volta ottenuto il premio, mi sono detto “Si, sono fatto per questo”.
Non è stato scontato, e a volte ho pensato che non ce l’avrei fatta. Nemmeno sul palco ho creduto di potercela fare.
Hanno annunciato il terzo classificato, ma non ero io.
Hanno annunciato il secondo, ma non ero io.
Ma poi ho sentito: «Il primo premio va a… Luca Augello, dell’IISS “Luigi Russo” con il suo articolo Nessun essere umano è illegale».
Il primo classificato ero io, il primo premio era destinato a me. Ho sorriso, incredulo che ciò mi stesse accadendo realmente. Ad accompagnarmi sul palco gli applausi del pubblico, gli sguardi fieri dei miei genitori e delle professoresse Maria Cristina Benintende e Maria Silvana Marra, che mi hanno proposto di partecipare e mi hanno seguito in ogni momento della stesura dell’articolo in concorso. Professoresse della scuola a cui appartengo con orgoglio e che mi ha formato, mi ha aiutato a crescere, nonostante intraprenderò un indirizzo di sudi diverso da quello attuale.
E poi c’era quel motto, il titolo del mio articolo, quel Nessun essere umano è illegale che io e tutti gli altri Volontari della Croce Rossa gridiamo a gran voce in difesa dei diritti dell’uomo – diritto alla vita, alla libertà, alla felicità – perché la dignità dell’uomo è più importante di qualsiasi manovra politica o burocratica.
Torno a casa felice di essermi messo alla prova nel più valido dei concorsi giornalistici del territorio nisseno. Anche se il Memorial “Nuccia Grosso” è molto di più: è, innanzitutto, un’occasione per rendere vivo il ricordo di Nuccia Grosso, “giornalista d’assalto”, ambasciatrice di verità, colonna portante del giornalismo nisseno; il Memorial è, inoltre, un momento di alto e grande valore civile e culturale, di scambio e confronto.
Questa V edizione – presentata, come sempre, magistralmente da Tony Maganuco, figlio di Nuccia – ha coinvolto gli studenti sul tema del fenomeno migratorio. Ai partecipanti è stata posta una semplice domanda: può Caltanissetta, nel suo piccolo, contribuire alla risoluzione dell’emergenza globale? Le testimonianze ascoltate hanno dimostrato come, nonostante qualche episodio di razzismo e xenofobia, Caltanissetta sia diventata una città in prima linea nell’accoglienza e soprattutto nell’integrazione dei migranti. Il Cara e il Cie sono pienamente funzionali. Ma allora, cosa c’è da cambiare? Purtroppo, molti nisseni hanno ancora tanti pregiudizi e seguono luoghi comuni, che derivano spesso dalla non conoscenza del fenomeno.
Che fare, dunque? Dobbiamo innanzitutto smettere di essere indifferenti rispetto a tutte le tragedie che avvengono oggi nel Mediterraneo. In secondo luogo, dobbiamo vivere realmente quei valori di cui siamo promotori storici – solidarietà, condivisione, difesa dei diritti dell’uomo –: ma le parole non servono a nulla se non sono sostenute dai fatti. Solo attraverso questo esercizio di vita, e soprattutto attraverso l’incontro con il migrante, capiremo realmente chi siamo, qual è la nostra identità, e al contempo comprenderemo che il diverso non è minaccia, ma ricchezza, confronto, crescita.
A questo punto, educhiamoci insieme ad assumere uno sguardo umano che valorizzi la dignità di ogni uomo; mi riferisco al comune cittadino, a ognuno di noi, a quanti hanno responsabilità politiche e istituzionali. Solo in tal modo, Caltanissetta diventerà realmente pronta nell’integrazione dei migranti, con i quali condivideremo il nostro sogno di felicità.
Foto by RadioCL1