CALTANISSETTA – Nei giorni passati abbiamo pubblicato un video prodotto da un lettore che rappresentava un ufficio comunale deserto, ove risiedevano documenti (verosimilmente pieni di dati sensibili alla faccia delle legge sulla privacy), arricchendolo con la consueta ironia che la nostra testata ha voluto sempre dedicare alla realtà cittadina. Tutto ciò mai con fini offensivi, ma con l’animo di offrire un piccolo contributo al miglioramento, per il quale, con molta modestia riteniamo, vi siano ampi spazi.
Il tema, per altro già affrontato, era di far rilevare come le “Istituzioni aperte alla città”, abbiano trovato nella nostra attuale Amministrazione Comunale una chiave di lettura, quantomeno inusuale, e qui vogliamo fermarci per evitare ulteriori manifestazioni sintomatiche di sindromi persecutorie.
La nostra testata, da sempre, cerca di fare informazione, e nell’informazione risiede la critica. Questo è il sale della democrazia, e da chi professa la democrazia partecipata ci aspetteremmo ben altre reazioni, che lanciare anatemi contro chi, come noi (presumiamo, perché nessun nome e cognome la nostra Amministrazione ha l’abitudine di pronunciare quando si avventura in improbabili contraddittori) cercano, con mezzi modesti, ma comunque efficaci, di svolgere il proprio lavoro.
Inoltre ci dispiace che, invece di offrire più opportune, e convincenti spiegazioni, il Sindaco ed un suo Assessore, quasi all’unisono (una telefonata tra i due magari?) hanno diffuso un comunicato stampa ed un post su Facebook quasi identici, dai quali permeavano tre concetti:
1) Qualsiasi cosa sia successo noi non abbiamo alcuna responsabilità, anzi, non è successo niente (violazione della legge sulla privacy ed uffici incustoditi a parte);
2) La testata (NOI) ha attaccato i dipendenti comunali per assenteismo;
3) Forse denunceremo la testata (NOI) per avere leso il decoro delle Istituzioni.
Riteniamo che sull’accaduto gli Amministratori e l’apparato apicale dell’Ente abbia invece l’esclusiva responsabilità, in quanto titolare del potere di organizzazione degli Uffici e delle risorse economiche agli stessi destinati. E’ infatti colpa dei dipendenti se la Polizia Municipale è sotto organico e non può offrire i servizi di presidio a tutti gli Uffici Comunali come sarebbe opportuno in un momento così delicato?
In nessun caso la nostra testata ha inteso attaccare i dipendenti Comunali, ed in particolare tutti quelli che fanno il proprio lavoro, spesso vittime della disorganizzazione dei loro amministratori e dirigenti, che si trovano spesso in prima linea a dover giustificare e rispondere di condotte dei loro datori di lavoro. Riteniamo di dover classificare il comportamento finalizzato a sviare il contenuto della nostra informazione sull’accaduto quale dimostrazione di populismo, già leggibile in comportamenti di altri “maestri d’arte” della politica contemporanea.
Ci dispiace, infine, ancora una volta dover rilevare la presenza di “muscoli di circostanza” da parte della nostra Amministrazione, dove il rispetto di regole, esistenti o presunte, e l’applicazione della sanzione diventa un dogma quando la controparte è un commerciante, un utente di un servizio, e nel nostro caso una piccola testata di provincia, piccoli cittadini innocui, di fronte all’elefante istituzionale, anche se , siamo certi, ci porremo ad affrontare con coraggio, nel rispetto delle regole che ristabiliscono la certezza del diritto.
Certo, chissà dove saremmo se con la stessa vemenza la nostra Amministrazione affrontasse l’A.N.A.S. che ci tiene ormai in ostaggio da quasi tre anni, lo Stato, che ci vuole togliere la Corte di Appello, la Regione, che continua a toglierci risorse importanti e potremmo ancora continuare.
Rimaniamo convinti che le Istituzioni si tutelano con lavoro, sacrificio e risultati, perseguiti con impegno ed onestà intellettuale. I “muscoli di circostanza” lasciamoli agli atleti, che li possiedono per davvero.