AVOLA- La mamma promossa capo di gabinetto, dipendenti comunali utilizzati per i lavori di casa, soldi che passavano dalle casse pubbliche alle… tasche private. Sono quindici i denunciati per reati contro la pubblica amministrazione, il patrimonio ed in materia elettorale ad Avola, in provincia di Siracusa. Al centro dell’indagine le figure dell’ex sindaco del Comune di Avola Tonino Barbagallo, un suo assessore e la madre di quest’ultimo, nominata all’epoca dei fatti capogabinetto “in assenza di presupposti normativi”. Avrebbero “costituito un vero e proprio gruppo di potere all’interno dell’amministrazione comunale finalizzato al soddisfacimento di scopi personali ed ambizioni politiche”, sostiene la polizia di Stato, che ha condotto la complessa indagine, in particolare, negli anni 2011 e 2012 e conclusa nell’ultimo anno, coordinata dalla Procura di Siracusa. Un cabina di regia che avrebbe gestito in modo disinvolto fondi pubblici, con la complicita’ di vari funzionari e impiegati comunali oltre che di commercianti e privati cittadini “che si sono prestati alla commissione di illeciti di varia natura”. Gli indagati rispondono, a vario titolo, di associazione a delinquere, peculato, scambio e corruzione elettorale, truffa, abuso d’ufficio e concussione. In diverse occasioni, gli indagati hanno compiuto atti pubblici, emesso fatture ed altra documentazione falsa al fine di appropriarsi di ingenti somme di denaro. In altre circostanze, invece, si e’ accertata l’erogazione di finanziamenti in assenza di documenti giustificativi per coprire spese personali. Infine, e’ emersa la corresponsione di finanziamenti e l’elargizione a vario titolo di fondi al fine di ottenere consenso elettorale per l’assessore, candidato al consiglio comunale nel 2012. All’ex primo cittadino ed al suo capo di gabinetto viene, altresi’, contestato l’impiego di dipendenti e mezzi comunali per l’esecuzione di lavori presso le rispettive abitazioni.
di Redazione 3
Mar, 05/11/2024 - 15:31