PALERMO – Una nuova riforma per le ex province, che mira al ripristino delle competenze dei vecchi enti e alla modifica del sistema elettorale, non piu’ di secondo grado. Questa la linea dei capigruppo dell’Ars che stasera, dopo l’Aula, si sono riuniti per trovare la quadra sulle sorti dei liberi consorzi e delle citta’ metropolitane, tema che si ripropone all’attenzione del parlamento regionale, dopo la bocciatura del referendum costituzionale del governo Renzi che ne stabiliva la soppressione. Una posizione che demolisce gran parte della riforma siciliana: un parto lunghissimo, dal travaglio non ancora compiuto. I capigruppo dell’Ars hanno concordato una modifica della normativa regionale attuale, che era stata fortemente voluta dal governo Crocetta con la soppressione delle province e l’istituzione degli enti di area vasta e stabilito che i vertici fossero eletti da sindaci e consiglieri comunali. Il parlamento regionale va ora nella direzione opposta: un’ulteriore riforma partira’ da subito, in aula dal 17 gennaio, con la proroga della gestione commissariale per tutti gli enti, non solo per la citta’ metropolitana di Palermo, come proposto dall’assessore alla funzione pubblica Luisa Lantieri – che aveva fissato il voto entro il 29 ottobre – per poi procedere, con un altro disegno di legge, a ripristinare le funzioni delle province.
er il presidente della commissione Affari istituzionali Toto’ Cascio “la questione di fondo e’ capire cosa vogliamo fare delle province, che funzioni assegnare e questo ha refluenze anche sulla legge elettorale, se svuotiamo l’ente di significato vanno bene anche le elezioni di secondo livello, anche di terzo – ironizza Cascio – ma se diamo significato e funzioni, dobbiamo adeguarci al fatto che la volonta popolare debba eleggere i vertici. Al ddl che il governo Crocetta proporra’ con il rinvio della data solo per la citta’ di Palermo, la prima commissione presentera’ emendamenti che estendono la proroga anche agli altri enti. Una proroga secca, per permetterci di avere il tempo di lavorare sulle competenze di cui le ex province devono riappropriarsi e sulla legge elettorale con metodo diretto”. Uno schiaffo a Crocetta che con la sua giunta aveva fissato per il 26 febbraio la data delle elezioni dei liberi consorzi comunali, come previsto dalla legge regionale vigente. “Eventuali proposizioni di modifiche legislative – argomenta – non possono interferire sulle decisioni dell’esecutivo, che deve rispettare leggi. Si rappresenta che la legge nazionale, pur prevedendo la possibilita’ di elezioni dirette di primo grado, esclude tale ipotesi in fase di prima applicazione per cui chi oggi propone la modifica della data, di fatto nega questa strada’. La legge Delrio parla chiaro, in fase di prima applicazione l’elezione e’ di secondo grado”. “Quello che piu’ mi amareggia e’ il fatto che siano passati quattro anni inutilmente, tanta spesa, costi, tensione e paralisi sul territorio, poteva essere evitato questo disastro”. Lo afferma Nello Musumeci, leader dell’opposizione all’Ars e presidente dell’Antimafia regionale. Per Musumeci serve “un rinvio breve con un ddl che affidi al popolo il diritto di scegliere chi dovra’ guidare le province e le citta’ metropolitane e che demandi all’ente intermedio maggiori competenze di carattere sovracomunale. Abbiamo presentato per primi un ddl sulla riforma delle province che prevedeva la pianificazione commerciale e turistica, strutture culturali, edilizia popolare, servizi della motorizzazione, e che da’ un peso rilevante all’ente cerniera tra i comuni e il neo centralismo regionale”. La battaglia continua.