I beni vanno confiscati. La procura generale di Caltanissetta non ha avuto dubbi nel chiedere alla corte d’Appello nissena che venga confermato il verdetto emesso dal tribunale. Quello con cui ha sancito la confisca, non definitiva, dei beni milionari appartenenti all’imprenditore sancataldese di pompe funebri, Diego «Dino» Cali e alla sua famiglia.
Più in dettaglio la convivente, Concetta Pelonero (difesa, con l’imprenditore, dagli avvocati Antonio Impellizzeri e Rosita La Martina) ed figli dello stesso Calì, Marzia, Giuseppe e Luca e l’ex moglie Crocifissa Calabrò (assistiti dall’avvocato Daniele Osnato).
Perché è tutti loro che ha intaccato il decreto già emesso dal tribunale misure di prevenzione (allora presieduto da Francesco Carimi) nel luglio di quattro anni fa. Quando l’erario ha compiuto un altro passo verso l’acquisizione di un tesoro, fatto di beni mobili e immobili, per un valore stimato in oltre due milioni di euro. (di Vincenzo Falci, fonte gds.it)