CITTA’ DEL MESSICO – Il governo messicano ha estradato negli Usa il potente signore del cartello della droga di Sinaloa, Joaquin “El Chapo” Guzman, assurto agli onori della cronaca mondiale per la rocambolesca fuga da un carcere di massima sicurezza l’11 luglio 2015 quando su una una moto percorse un tunnel lungo 1,5 km scavato sotto la sua cella. Venne arrestato di nuovo, era la terza volta, solo l’8 gennaio del 2016 mentre era in contatto con l’attore americano Sean Penn per girare un fil sulla sua vita. La rivista Forbes lo aveva posto al 41esimo posto tra le persone piu’ potenti e pericolose del mondo.
La Corte di Appello e la Corte Suprema hanno respinto l’ultimo tentativo di Guzman di restare in Messico e pertanto il ministero degli Esteri ha estradato “El Chapo” negli Usa dove deve rispondere, tra l’altro, di sei distinte accuse di narcotraffico, l’aver commissionato diversi omicidi e riciclaggio di denaro sporco in diversi Stati tra cui la California e il Texas. Dopo la fuga dal carcere di massima sicurezza di Altipiano le autorita’ messicane diffusero un video dell’audace evasione. Le immagini di due minuti riprese dalle due telecamere a circuito chiuso, monitorate 24 ore su 24 dalle guardie, lo mostrano mentre passeggia nervosamente in cella, andando piu’ volte dal bagno al letto e viceversa. Un comportamento che le autorita’ giudicano normale per chi e’ confinato in uno spazio ristretto e che quindi non poteva destare allarme. Poco dopo, non ripreso, Guzman si infila nel buco del diametro di mezzo metro scavato dietro la doccia da cui ha raggiunto la galleria lunga un chilometro e mezzo percorsa con una moto incardinata su binari che lo ha reso nuovamente libero. Non si vede nemmeno il momento in cui l’allora 58enne boss si sfila il braccialetto elettronico di sorveglianza. Una telecamera si trovava all’angolo di una parete esterna alla cella e l’altra all’interno puntata verso la doccia, ma avevano due punti ciechi per rispettare la privacy del detenuto. Un’imprudenza che e’ fra i motivi alla base del licenziamento del direttore dalla prigione di massima sicurezza di Altiplano. Il governo messicano, in evidente imbarazzo per la seconda evasione del Chapo in 14 anni, aveva offerto una taglia di 60 milioni di pesos, pari a tre milioni e 400 mila euro. Il 60enne “El Chapo”, soprannome che viene da ‘chaparro’, bassotto, per via del suo metro e 64 di altezza, era gia’ evaso nel 1993 dalla prigione di Guadalajara nascosto tra la biancheria sporca, dopo aver corrotto le guardie carcerarie. In pochi anni era arrivato a dominare il traffico di droga verso gli Usa e nel 2009 era stato inserito nella lista degli uomini piu’ ricchi del mondo di Forbes con un patrimonio stimato in un miliardo di dollari. Dopo che sulla sua testa erano state messe taglie da 5 milioni di dollari dagli Usa e di 2 milioni dal Messico, Guzman era stato arrestato nuovamente nel febbraio 2014 in un hotel di Mazatlan, sulla costa pacifica del Messico, con un blitz delle autorita’ messicane e dei servizi segreti Usa.
Joaquin “El Chapo” Guzman, riferisce il ministero della Giustizia Usa, e’ atterrato a bordo di un piccolo aereo in gran segreto nello scalo minore Mac Arthur di Long Island a Islip, l’isola di fronte gli Stati di New York ed il Connecticut. Secondo i media americani dovrebbe apparire in giornata davanti ad un giudice della corte federale di Brooklyn. Il procuratore federale di Brooklyn, Robert Capers, terra’ una conferenza stampa alle 10 locali (le 16 in Italia), solo due ore prima dell’insediamento a Washington del presidente eletto Donald Trump. Da maggio scorso “El Chapo” era detenuto in un carcere a Ciudad Juarez, la citta’ piu’ violenza del Messico, che sorge sulla frontiera con il Texas