PALERMO – Il blitz dei carabinieri e’ scattato a mezzogiorno. Giovanni Vitale, palermitano, 48 anni, noto come “il Panda”, affiliato alla cosca mafiosa di Resuttana, e’ stato individuato e catturato in un casolare nelle campagne tra Montelepre e Giardinello. I militari del Nucleo investigativo del Comando provinciale, coordinati dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Annamaria Picozzi, Amelia Luise e Roberto Tartaglia, erano sulle sue tracce da tempo. Da giorni venivano seguiti i movimenti della moglie che li ha condotti fino al covo. “Si e’ tradito per troppo amore”, spiegano dal comando provinciale dell’Arma. L’uomo era insieme al suo fiancheggiatore, il palermitano Salvatore Billeci, 33 anni, operaio incensurato, che, alla vista dei militari, ha tentato la fuga attraverso una finestra sul retro dello stabile.
All’operazione hanno partecipato circa cinquanta carabinieri che hanno circondato l’edificio, supportati dall’alto da un elicottero dell’Elinucleo di Boccadifalco. Vitale era delegato alla gestione delle estorsioni, alle dirette dipendenze di Giuseppe Fricano, gia’ reggente del mandamento mafioso di Resuttana, di cui era un fedelissimo e il braccio destro. Nel 2014, nell’ambito dell’operazione “Apocalisse”, era stato arrestato in esecuzione di un provvedimento restrittivo nei confronti di piu’ di cento indagati, accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata e continuata, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, rapina, detenzione illegale di armi e munizioni, danneggiamento e incendio, tutti reati aggravati dalle modalita’ e finalita’ mafiose, consentendo di ricostruire l’organigramma dei clan di San Lorenzo, Partanna Mondello e Resuttana, nonche’ di accertare la nascita della nuova cosca Pallavicino-Zen. In quel contesto, Vitale era ritenuto responsabile di due vicende estorsive aggravate e continuate, in concorso, commesse nel 2012. In passato, era stato gia’ arrestato per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e per tentata estorsione, e nel 2016 si e’ reso inoltre responsabile di diverse violazioni agli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale. Dall’11 ottobre era di fatto irreperibile e il 15 dicembre la Corte d’Appello di Palermo ha emesso il decreto che ne ha dichiarato il suo stato di latitanza.