Università, si fugge dal Sud: dalla Sicilia partiti 46mila studenti

Ogni autunno si svolge il grande esodo che coinvolge centinaia di migliaia di studenti: ragazzi che cambiano città e regione – in molti casi costretti – per studiare nell’ateneo o nella facoltà dei loro sogni oppure per avere più chance per il futuro. Su una popolazione studentesca che supera il milione e mezzo, circa uno su quattro va via dalla propria regione per frequentare l’università. La mappa dei ‘flussi migratori’ fotografa un Paese sostanzialmente diviso a metà: da un lato le regioni del Centro-Nord che riescono a trattenere i propri ragazzi – e anche laddove ci sono degli spostamenti, questi sono a corto raggio – dall’altro l’area meridionale, accomunata dal fatto di veder partire il maggior numero di studenti per destinazioni lontane. Skuola.net ha analizzato questi movimenti, utilizzando i numeri degli iscritti all’università sulla base dei dati più aggiornati dell’Anagrafe Nazionale Studenti che si riferiscono all’anno accademico 2015/16. VIA DA BASILICATA, MOLISE, VAL D’AOSTA – Se guardiamo ai numeri relativi, la regione che vede l’esodo maggiore è la Basilicata: circa il 75% risulta iscritto in atenei di altre regioni. Una situazione simile in Val d’Aosta: più del 70% degli iscritti all’università studiano fuori (prevalentemente nel vicino Piemonte). Completa la triade il Molise: quasi il 65% frequenta l’università altrove. Ma si tratta di regioni dove è normale che si vada fuori, viste le piccole dimensioni e anche per l’assenza di numerosi corsi di laurea, che è possibile trovare solo nelle grandi città.

ESODO DA PUGLIA, SICILIA E CAMPANIA – Sono le regioni che pagano il prezzo più alto in termini assoluti. La Puglia, ad esempio, vede in giro per l’Italia oltre 50mila ragazzi – su 128mila universitari – dislocati soprattutto in Lazio, Emilia-Romagna e Lombardia. Segue la Sicilia dove, su 155mila studenti post-diploma, quasi 46mila sono fuori. Terzo posto per la Campania, che ha un tasso di uscite pari ‘solo’ al 18%, che però si traduce in 37mila studenti fuori sede.

STUDENTI A ‘CASA’ IN LAZIO, LOMBARDIA E TOSCANA – Di contro, ci sono alcune regioni dove invece i residenti restano volentieri per studiare: sono quelle più grandi, con tante città tradizionalmente universitarie, con una rosa molto ampia di facoltà e corsi di laurea. La regione che in assoluto ha una popolazione studentesca decisamente ‘stanziale’ è il Lazio: di 180mila universitari residenti, appena il 10% sceglie altre strade. Anche la Lombardia, però, si sposta meno del 13%. In Toscana, infine, solo il 14% degli iscritti è andato fuori.

A ROMA, MILANO E BOLOGNA DA TUTTE LE REGIONI – Non è quindi un caso che, queste, siano grosso modo le stesse regioni capaci di attirare la maggior parte degli studenti fuori sede. Tra i grandi atenei della Capitale e le altre piccole università trovano posto più di 80mila studenti, provenienti in gran parte dalle regioni del Sud. La Lombardia, invece, intercetta studenti soprattutto della stessa area: veneti, piemontesi ed emiliani sono ampiamente rappresentati, ma non mancano nutrite comunità pugliesi e siciliane. In totale gli universitari non residenti qui sono più di 60mila: il merito, in questo caso, va dato all’appeal che la città di Milano ha sui più giovani. Mentre il successo dell’Emilia-Romagna, che conta quasi 60mila fuori sede sembra dovuto quasi esclusivamente a Bologna, al suo antico ateneo e alla sua lunga tradizione di città universitaria per eccellenza.

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