‘Sully’: un film che racconta la storia del più spettacolare atterraggio d’emergenza di sempre

Uscito da poco nelle sale ‘Sully’ è un film diretto interamente da Clint Eastwood che vede protagonista Tom Hanks nei panni del pilota Chesley Sully Sullenberger. La pellicola narra l’ ammaraggio del volo US Aieways 1549 avvenuto il 15 gennaio 2009 nel fiume Hudson, si basa sull’autobiografia Highest Duty ‘My Search for What Really Matters’ dello stesso Chesley Sullenberger scritta insieme all’autore e giornalista Jeffrey Zaslow.
Il pilota, che all’epoca del fatto ha 65 anni, dopo sei minuti dal decollo, fece un ammaraggio d’emergenza nel fiume Hudson, a New York, salvando la vita di tutti i 155 passeggeri a bordo.
Questo è un film che racconta la storia del più spettacolare atterraggio d’emergenza di sempre, fatto a New York otto anni dopo l’11 settembre, una storia questa volta che vede protagonista un volo aereo con un esito eccezionalmente positivo.
Dopo quell’ammaraggio Sullenberger, conosciuto col nomignolo Sully diventò un’eroe nazionale, fu invitato in molte trasmissioni, il film racconta proprio di quei giorni in cui, Sullenberger e il suo copilota Jeffrey Skiles (interpretato da Aaron Eckhart) furono sottoposti a una indagine interna della NTSB, l’agenzia statunitense che indaga su incidenti di treni, navi e arei.
Sully aveva infatti scelto di effettuare l’ammaraggio dopo aver preso in considerazione l’ipotesi di un’atterraggio d’emergenza su due piste lì vicino, non considerandole infatti due ‘manovre’ felici come fu successivamente dimostrato e confermato dalle simulazioni computerizzate che diedero ragione alla scelta operata dal pilota.
L’indagine della NTSB si concluse nel maggio 2010, con un documento finale che diceva che Sullenberger aveva fatto l’unica cosa che poteva fare, facendola al meglio.
Il film è stato proprio criticato dalla NTSB, che dice che la storia raccontata è sbagliata, fuorviante per gli spettatori. L’idea che si ha guardando il film è: Sully fu un eroe ma la NTSB fece di tutto per non doverlo ammettere, dubitando troppo e con troppa enfasi che avesse preso la giusta decisione. Secondo la NTSB quello che successe fu più simile a: ci fu un ammaraggio, si indagò per capire perché ci fu e come fu gestito, arrivando alla conclusione che tutto fu fatto nel miglior modo possibile, forse addirittura nell’unico modo possibile. 
Obert Benzon, che diresse l’indagine della NTSB, dopo aver visto il film, ha detto: «Non siamo il KGB, non siamo la Gestapo». Nel film il suo personaggio non c’è, o meglio c’è uno con il suo ruolo ma senza il suo nome, perché è stato scelto di non usare i veri nomi di chi fece quell’inchiesta (pare proprio su richiesta di Sullenberger). La NTSB si è lamentata anche dicendo che Eastwood e la produzione del film non li hanno contattati per avere il loro parere, o per dare loro la possibilità di fornire il loro punto di vista. La NTSB ha anche fatto notare che grazie alle tante domande poste durante l’indagine sono state formulate 35 nuove raccomandazioni per la sicurezza in volo. Benzon ha anche detto che seppur molte delle domande che ci sono nel film furono fatte davvero è parte della normale procedura e andrebbero come sempre inserite in un contesto maggiore, che un film non può che sintetizzare. Benzon ha detto: «Quei due erano già eroi nazionali, non eravamo lì per mettere qualcuno in imbarazzo». Malcom Brenner, un altro commissario che si occupò di quell’indagine, ha detto a Bloomberg: «Non si voleva crocifiggere nessuno. Se abbiamo fatto domande, era per sapere cose. Personalmente ne rimasi molto colpito».
Sully è quindi stato criticato perché, forse per dare più drammaticità e un secondo tempo più vivace a una storia altrimenti già conclusa, ha voluto esagerare un contrasto che in realtà sembra non esserci stato. L’idea del film era probabilmente di rendere Sully ancora più eroe proprio in quanto inizialmente incompreso.

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