Lo ha detto il Vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, intervenendo ieri pomeriggio al CONVEGNO SU “INTEGRAZIONE E POLITICHE DI IMMIGRAZIONE SANITARIA” nell’ambito del Festival dell’Educazione alla Salute, SALUS FESTIVAL 2016, organizzato dal CEFPAS e dalle Aziende sanitarie provinciali di Caltanissetta, Siracusa e Trapani con l’Assessorato regionale della Salute, e gli altri partner fra i quali il Consorzio Universitario di Caltanissetta, la Polizia di Stato e la rete di Associazioni del Terzo Settore e degli Ordini e le Federazioni Professionali Sanitarie Siciliane del territorio regionale.
Per il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani Fabrizio De Nicola, “dobbiamo dare risposte positive al fenomeno dell’immigrazione, considerandola un’opportunità, altrimenti in pochi decenni saremo travolti. In questo devo dire che Mazara del Vallo è un esempio virtuoso di integrazione. Qui ormai vi sono immigrati di terza generazione, vi sono tante famiglie miste e la convivenza è la regola, non l’eccezione. In campo sanitario abbiamo fatto tanto, anche dovendo superare i tanti luoghi comuni su fantomatiche malattie che porterebbero i migranti. Oggi la nuova sfida è quella che definisco la cura dell’anima, è cioè il disagio e i traumi psicologici di questa gente spesso sradicata loro malgrado dalla loro terra, e ci apprestiamo a farlo con il progetto Silver”.
Francesco Bongiorno, responsabile all’Immigrazione dell’assessorato regionale alla Salute, ha fatto il punto sull’integrazione in Sicilia. “La Regione – ha spiegato – è all’avanguardia sull’assistenza sanitari ai migranti, e il suo modello di piano di contingenza sanitaria è divenuto di riferimento per l’Organizzazione mondiale della sanità. Se c’è un vulnus e che manchiamo ancora di sufficienti mediatori culturali nel sistema regionale sanitario, perché la lingua è il problema più grande con cui si devono confrontare i nostri operatori nelle visite dei migranti”.
E di Silver, il progetto europeo per recuperare e integrare i migranti vittime di traumi psicologici legati alle condizioni drammatiche del viaggio o del contesto di partenza ha parlato il responsabile Antonio Sparaco, del dipartimento Salute mentale dell’ASP trapanese. Un progetto per individuare “soluzioni innovative per la vulnerabilità e il reinserimento sociale dei migranti” con equipe multidisciplinari, unità mobili di supporto, formazione specifica degli operatori, reinserimento sociale, definizione di protocolli operativi standard, un sistema automatizzato di chiamata dei mediatori culturali e la cartella sanitaria elettronica del migrante su base regionale. “Il fenomeno migratorio in questi anni – ha evidenziato Sparaco – è mutato enormemente; oggi arrivano sempre più spesso persone vulnerabili, come bambini, donne o comunque vittime di violenze. Per questo serve una sinergia tra istituzioni pubbliche ed enti privati per un’azione coordinata ed efficace ”.
Loredana Colomba, responsabile sanitaria degli sbarchi a Trapani, ha descritto le procedure dell’assistenza ai migranti al loro arrivo nel porto e dato le cifre aggiornate: 8.800 migranti, assistiti e visitati nel 2015 e 13.965 al 13 dicembre 2016, ultimo arrivo di una nave.
Vittoriano De Simone, direttore del distretto sanitario di Mazara del Vallo ha descritto il ruolo del distretto nella promozione della salute nel territorio.
I lavori sono stati moderati dal direttore sanitario dell’ASP Antonio Siracusa e dal direttore del dipartimento di prevenzione Francesco Di Gregorio, event manager degli sbarchi dei migranti.
Al termine il direttore De Nicola ha consegnato delle targhe al vescovo Mogavero e all’ex comandante della Guardia costiera di Lampedusa, capitano di fregata Antonio Morana, come riconoscimento alla loro opera.