CALTANISSETTA – Comunicato stampa del coordinamento del Polo Civico (Cives 3.0) a firma di Marina Castiglione, Piero Cavaleri e Boris Pastorello che analizza il referendum, stigmatizza il servizio andato in onda su Rai 1 all’interno del rotocalco giornalistico Tv7 e sulla conferma delle linee guida del movimento in merito al programma elettorale e di governo della città. Di seguito il contenuto integrale del comunicato.
Trascorso il terremoto referendario e all’indomani di una ennesima designazione in “direzione ostinata e contraria”, si continua a sancire, per l’ennesima volta, lo scollamento esistente tra il sistema partitocratico ed i cittadini. Ora con pacatezza, senza astiosità o spirito di rivalsa, andrebbero sviluppate alcune serie riflessioni, evitando di sventolare vessilli di parte.
Partendo dal merito del referendum e quindi dalla necessità di aggiornare la Carta costituzionale, è bene ricordare che già da anni si dibatte sulle riforme che dovrebbero condurre ad un cambiamento verso uno Stato moderno, trasparente, burocraticamente più “leggero”e con un minor tasso di invasività interstiziale della politica. Le motivazioni del voto referendario non sono semplicemente connesse al contenuto della riforma, ma costituiscono, come è stato analizzato da più parti e con intenzioni diverse, una risposta all’iniziale volontà del Premier di ricevere un’investitura popolare. Ricordiamo che l’ex Presidente del Consiglio Renzi non si è candidato, ma è stato designato per sostituire il defenestrato Enrico Letta.
Ma vi è un segnale ancora più evidente della volontà dei cittadini al cambiamento, il voto è forse più leggibile, specie dalle nostre parti, come l’indicazione di una rivalsa nei riguardi della tracotanza delle nomenclature e di chi gestisce il potere in modo autoreferenziale: un bell’articolo di Saviano all’indomani della kermesse referendaria lo spiega in modo argomentato. Quindi, chi ha vinto e chi ha perso? A nostro avviso ha vinto la sovranità popolare e ha perso definitivamente l’idea del leaderismo messianico.
I cittadini rivendicano con evidente maturità civile la volontà di esercitare la propria sovranità, per essere gli effettivi protagonisti delle scelte; la prova di ciò sta nella considerevole affluenza alle urne con quasi il 70% degli aventi diritto al voto. Si ricordi che per il referendum del 2001 sulla modifica del Titolo V della parte II della Costituzione, il quorum fu del 34%; nel 2006, al referendum sulla riforma costituzionale di Berlusconi, ugualmente perdente, votarono il 54% degli elettori; nel 2011, all’ultimo referendum che ha avuto successo, quello sul nucleare, l’affluenza è stata circa il 57%.
Dopo il voto, quindi, non ci troviamo di fronte ad un’Italia spaccata nettamente in due, come ai tempi del referendum Repubblica-Monarchia. Questo esito però ci pone alcuni quesiti: noi cittadini, nel contesto della crisi della rappresentanza, vogliamo essere concretamente protagonisti? Abbiamo realmente maturato una coscienza civile tale da farci superare il sistema ideologico partitocratico e populista per fondare un sistema partecipativo diffuso?
Noi pensiamo che proprio dai sistemi territoriali locali si debba ripartire per rifondare una salda e matura coscienza civile intesa come lo spirito di consapevolezza di appartenere a una comunità, da cui sorgono diritti e doveri, presupposto fondamentale per un coerente sistema politico eticamente orientato al bene comune. Infatti, proprio a partire dal livello locale, il leaderismo ha portato i mali peggiori dell’individualismo e dell’arrivismo fine a se stesso. Il servizio giornalistico di TV7, settimanale del TG1, al netto della evidente pretestuosità con la quale è stato confezionato il prodotto televisivo, ha dipinto un capoluogo di provincia italiana abbandonata dallo stato centrale ed in balia della crisi economica globale. Per realizzare una vera partecipazione occorre che le elette e gli eletti dicano addio ad una politica gestita dall’alto e che siano disposti a gestire in maniera super-partes i processi interattivi e partecipativi aperti. Il termine “partecipazione dei cittadini” non comprende né le assemblee pubbliche a carattere informativo superficialmente “riverniciate di partecipazione”, né gli eventi a cui prendono parte gruppi di interesse, lobbisti o esperti di professione.
La nostra politica parte dagli ideali, non dai leader o da singoli personaggi. Sono i principi per i quali, con umiltà intendiamo confrontarci con tutti senza preclusioni, sapendo che la strada verso il cambiamento è un percorso ripido, spesso ostacolato dalla resistenza di un sistema zeppo di concrezioni parassitarie ad ogni livello, un percorso irto di difficoltà, ma che deve trovare sintesi condivise, senza tiepidezze ed equilibrismi.
Durante l’Assemblea degli aderenti al Polo Civico (Cives 3.0), svoltasi ieri, si sono ribaditi ampiamente questi concetti, vincolando tutti alle proprie responsabilità. In tutte le sedi civiche, politiche od istituzionali, gli Aderenti al Movimento dovranno perseguire il raggiungimento di quegli obiettivi per cui il Polo e l’intero movimento del civismo sono nati: ampliare gli spazi di partecipazione dei cittadini e strutturarne i metodi all’interno dei meccanismi amministrativi degli enti locali. Le componenti politiche che hanno costruito insieme il Programma Amministrativo della Giunta Ruvolo, dovranno con tutte le energie a loro disposizione e con intento unanime ed armonico, tramutare in atti amministrativi la volontà di cambiamento sancita dagli elettori. L’approvazione del Regolamento della Partecipazione e l’ampliamento dell’applicazione del Bilancio Partecipativo, per citarne i principali, sono passaggi ineludibili a cui mirare. Noi pensiamo inoltre che chiunque abbia a cuore il diritto di essere rappresentato all’interno delle delegazioni politico-amministrative, non può non guardare con interesse alla volontà di istituire processi di coinvolgimento diretto dei cittadini mirati alla salvaguardia dei beni comuni. Ben altro rispetto alle mediazioni di dubbio scopo ed alle liste bloccate. Il Polo sente con pienezza la necessità e la convinta adesione ad una politica civica, oggi forse più di ieri, e intenderà portate avanti questa operazione con determinazione ferma, guardando con estremo interesse a quanti, al di la delle coloriture politiche, vogliano affiancarsi a noi in questa campagna sui diritti.
Il Coordinamento del Polo Civico (Cives 3.0)