RIESI – Collabora fattivamente con la magistratura Rocco Tabbì, 28 anni, il giovane di Riesi accusato dell’omicidio del padre, Francesco Tabbì, che ha deciso di confessare oltre il crimine anche il luogo in cui ha nascosto, in contrada Maggio, l’arma usata per il mortale agguato. Il parricida ha svelato l’ulteriore elemento utile alle indagini ai pubblici ministeri Stefano Luciani e Claudia Pasciuti per chiarire altri dettagli sull’assassinio. I magistrati hanno comunicato l’informazione ai carabinieri della stazione di Riesi che si sono recati sul luogo indicato dal giovane reo confesso e hanno rinvenuto l’arma del delitto.
Nel lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto l’omicida, assistito dal suo legale l’avvocato Sergio Iacona, ha ricomposto l’intero puzzle dell’azione criminosa e dei motivi che lo hanno indotto all’insano crimine. Ha confessato di essersi recato, il 10 dicembre, in contrada Maggio, in compagnia di Corrado Bartoli armato di fucile, certo dell’arrivo del padre: appena lo hanno visto, hanno aperto il fuoco. Rocco Tabbì ha poi però ribadito di avere subito pesanti vessazioni dal genitore che, pochi giorni prima dell’agguato, sarebbero sfociati in alcuni colpi di arma da fuoco a lui indirizzati dalla vittima.
Mercoledì 28 dicembre si svolgerà il Tribunale del riesame sarà chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di concessione degli arresti domiciliari a Corrado Bartoli.