BAGHERIA – E’ l’anima eclettica e indomabile della Sicilia. Renato Guttuso riparte da qui, da questo microcosmo che si fa paradigma della complessita’, da Bagheria, dove oggi rinasce Villa Cattolica e con essa il Museo Guttuso. Il taglio del nastro, oggi pomeriggio, all’imbrunire, tra rimandi antichi, raffinate nostalgie, segnali di futuro, giochi di luce e il respiro grande dell’arte. Millecinquecento opere che costruiscono un racconto italiano unico e suggestioni capaci di catturare ogni tendenza, dentro e fuori i confini: dal realismo all’informale, dal futurismo, alla scuola romana fino al Pop art. Pippo Rizzo, Carlo Levi, Corrado Cagli, Ugo Attardi, Franco Angeli, Tano Festa, Mario Schifano, Mirko Basaldella, Luca Castellani. E via cosi’. Con ‘epicentro’ e fulcro, naturalmente, Guttuso e la forza della sua narrazione pittorica.
La chiusura di Villa Cattolica ha favorito la possibilita’ di ridisegnare la mappatura dei percorsi espositivi, rimettendo in luce, al piano nobile del corpo centrale di fabbrica, una parte della collezione Guttuso non ancora conosciuta. In occasione della riapertura un altro grande bagherese, Giuseppe Tornatore, e il regista palermitano Pif (“Con questo evento non c’entro niente”, ha ammesso con la sua disarmante e morbida ironia). Quel che conta e’ che, rimasto inaccessibile per un anno e mezzo per ristrutturazione, sia arrivato il giorno della riapertura al pubblico del complesso monumentale, nel 105esimo anniversario della nascita del pittore morto il 18 gennaio 1987, che nel giardino di Villa Cattolica riposa, nell’arca monumentale realizzata per lui dall’amico e scultore Giacomo Manzu’. Un Museo piu’ tecnologico e accessibile, una nuova pavimentazione esterna, un nuovo impianto di illuminazione, un ascensore, delle postazioni touch screen e un sistema di rilevazione delle polveri e delle temperature all’interno delle stanze. Dipinti, disegni e sculture, in un allestimento sapiente curato gia’ Dora Favatella Lo Cascio, gia’ direttrice dell’istituzione culturale. E poi le altre sezioni, come quella sul cartellonismo cinematografico, sulla pittura di carretto, sulla fotografia. “Bagheria e Guttuso: un legame imprescindibile”, ha detto il sindaco Patrizio Cinque, “Villa Cattolica e’ oracolo che rivela il destino di questa citta’, nel senso che ne indica il futuro che e’ dentro l’arte e la cultura”. Come invita a scoprire questo percorso museale arricchito dalle donazioni di altri artisti e da acquisizioni che contribuiscono a fare di questo sito tra i piu’ significativi musei d’arte contemporanea.
“Faccio parte di quelli che pensano che con la cultura ci si puo’ vivere oltre che mangiare”. Lo ha detto il regista Giuseppe Tornatore, oggi nella sua Bagheria per la riapertura di Villa Cattolica e del Museo Guttuso. “In questo senso – ha aggiunto – rappresentano un patrimonio Guttuso, la sua passione artistica, la sua produzione, il suo profondo desiderio di lasciare un segno nella cultura e nelle nostra comunita’, nonche’ questa realta’ che riapre perche’ ci indica quale sia la linea di seguire per dare una identita’ bella e positiva. Bagheria e’ un luogo di grande tradizione, anche se finiamo sui Tg per altre ragioni”. Riguardo le scelte fatte a livello nazionale, per il regista “e’ stata fatta dal Governo una legge sul cinema ma ora serve che le norme di attuazione la rendano attiva e funzionale. Servono scelte decise sul fronte culturale”. Renato Guttuso e Peppuccio Tornatore, quasi un destino comune di ‘cervelli in fuga’: entrambi per affermarsi hanno dovuto lasciare la loro Bagheria, paesone alle porte di Palermo, dove stasera e’ stata riaperta, dopo un anno e mezzo di lavori di sapiente e innovativa ristrutturazione, Villa Cattolica con il Museo dedicato al grande pittore. In realta’, dice il regista, “Guttuso non ha mai lasciato Bagheria, diciamo che si e’ spostato…, ma ha portato con se’ la sua citta’, con la quale ha coltivato sempre un legame fortissimo, anche nella sua produzione artistica. Anch’io ho fatto un percorso analogo, e cosi’ altri artisti, ma nessuno di noi, anche se e’ dovuto andare via, ha mai lasciato davvero Bagheria”.
(Foto tratte da repubblica.it)