La fontana del villaggio di dicembre dell’ Unità pastorale Sommatino

padre-domenico-lipaniRiceviamo e pubblichiamo lettera parrocchiale dell’Arciprete di Sommatino:
“Essere piccoli per accogliere Colui che si è fatto piccolo.
Carissimi fratelli e sorelle, siamo entrati nel tempo dell’Avvento che ci porterà alla celebrazione del Santo Natale di nostro Signore Gesù Cristo. Prepariamo il nostro cuore ad accogliere il Signore che a noi viene con le sue larghe benedizioni. Per incontrare il Signore «che viene e verrà», bisogna avere cuori grandi ma atteggiamento da piccoli, andando avanti con la gioia degli umili che sono consapevoli di essere continuamente sotto lo sguardo del Signore. È questo lo stile di vita richiesto a ogni cristiano. Ne ha parlato Papa Francesco all’omelia della messa celebrata a Santa Marta martedì 29 novembre, nella quale ha proposto una riflessione sul tema dell’«umiltà». Il cammino del periodo d’avvento deve essere caratterizzato da tre atteggiamenti: essere «vigilanti nella preghiera, operosi nella carità ed esultanti nella lode». Perché il Signore ai piccoli rivela i misteri della salvezza, il mistero di se stesso. Il Signore, infatti, preferisce i piccoli, per seminare nel cuore dei piccoli il mistero di salvezza, perché «i piccoli sanno capire come è questo mistero». Maria è la donna piccola del Vangelo che ha accolto il mistero del Dio che si è fatto bambino per noi. Soltanto i piccoli sono capaci di capire pienamente il senso dell’umiltà, il senso del timore del Signore, perché camminano davanti al Signore, sempre: essi, infatti, si sentono guardati dal Signore, custoditi dal Signore; sentono che il Signore è con loro, che dà loro la forza per andare avanti. L’umiltà del piccolo, ha tenuto a precisare il Papa, è quella di chi «cammina alla presenza del Signore, non sparla degli altri, guarda soltanto il servizio, si sente il più piccolo… È lì, la forza». Da questo atteggiamento interiore, che supera ogni pretesa ostentazione, viene la preghiera, umile e docile alla volontà di Dio. Preghiera che spinge alla carità operosa, come Maria che dopo l’annuncio dell’Angelo si reca dalla cugina Elisabetta per aiutarla nei servizi utili in quella situazione. Le opere di misericordia che abbiamo rispolverato durante l’anno giubilare devono diventare il modo abituale dell’ agire del cristiano. La carità fraterna auspicata dal Papa è «non solo dare un’elemosina; anche tollerare la gente che mi dà fastidio, tollerare a casa i bambini quando fanno troppo rumore, o il marito o la moglie quando ci sono difficoltà, o la suocera». Insomma una «carità operosa». E ha concluso: «Così dobbiamo vivere questo cammino, questa volontà di incontrare il Signore. Per incontrarlo bene. Non stare fermi. E incontreremo il Signore». Da tutto ciò viene fuori la preghiera di esultanza e di lode come Maria nel Magnificat. Possa ognuno di noi gioire di esultanza per l’incontro con il Redentore. Tanti auguri. P. Domenico”.

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