CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Caro Direttore, Chiedo ospitalità sulla Sua testata per manifestare la soddisfazione dei «Giuristi Siciliani per il NO», che ho l’onore di rappresentare nella Provincia di Caltanissetta, e ringraziare i cittadini nisseni che hanno votato per il 70% per il NO e per la difesa della Costituzione Repubblicana che una riforma sbagliata metteva in pericolo.
I leader del nostro gruppo, il Prof. Alessandro Pace e il Prof. Gustavo Zagrebelsky, stilarono un documento nel quale evidenziavano, con lo stile signorile che gli è proprio, tutti i gravi difetti della riforma.
Quasi tutti gli altri critici del NO vennero dopo.
Nel frattempo Renzi aveva personalizzato il referendum trasformandolo in un plebiscito su se stesso e sulla classe dirigente inetta e arrogante che aveva costituito, irrobustita da innesti di riciclati e transfughi da partiti dell’opposizione.
Negli ultimi mesi la campagna elettorale, prolungata da due rinvii voluti da un Renzi gravato dai sondaggi negativi, è stata condotta in modo spregiudicato dal Premier e dai suoi (abuso di ruoli e mezzi istituzionali, insulti gratuiti, minacce di default, promesse di lavoro e persino di guarigioni da gravi malattie, elargizioni in denaro pubblico senza copertura) e con pochi e poveri mezzi dai comitati per il NO.
Anche qui alcuni – non tutti – esponenti del PD renziano hanno utilizzato mezzi sgradevoli come lo scherno e gli insulti, magari perché protetti dai vincitori di turno o perché in attesa di benefici e incarichi.
Noi del NO abbiamo spiegato pochi chiari concetti:
1) la riforma Boschi/Verdini alterava l’equilibrio tra i poteri istituzionali che ci rendono liberi;
2) il Senato diventava un dopolavoro per i consiglieri regionali e i sindaci;
3) si introducevano almeno dieci procedimenti legislativi diversi che avrebbero ritardato e non sveltito le procedure di emanazione delle leggi;
4) si introduceva la clausola di supremazia per cui le regioni avrebbero perso la loro autonomia su materie importanti che era meglio restassero nella loro sfera di competenza;
5) la Sicilia avrebbe avuto una rappresentanza senatoriale meno numerosa e incisiva.
Il risultato finale è inequivocabile: i cittadini ci hanno dato ragione.
Caltanissetta e Provincia hanno votato NO per il 70% e una parte di questo risultato è dovuta alla nostra attività di informazione e convincimento svolta sul territorio in questi mesi lunghi e pesanti, in condizioni difficili e gravose.
Sarebbe facile adesso invocare «regolamenti di conti» che non fanno parte della linea dei Giuristi per il NO, anche se le responsabilità dei vari livelli di governo sono state palesi e gravi: certamente chi ha ruoli istituzionali e si è schierato per il SI deve trarre le conseguenze politiche della sua scelta sbagliata.
Tuttavia il referendum, per colpa di Renzi e di chi lo ha seguito sulla strada dello scontro politico, ha diviso un paese più povero, insicuro, deluso e disilluso; situazione che in questa provincia, in questa città, è ampliata dalla grave situazione economica e sociale in cui si versa da troppi anni senza vedere una via d’uscita.
Prolungare lo scontro e fomentare le divisioni è sbagliato: il Paese, e a maggior ragione la nostra Provincia e la nostra Città, hanno bisogno di voltare pagina, unire i cittadini, ricostruire la società, ridare speranza ai giovani che oggi per lavorare devono emigrare.
Deve però sparire quella sedicente classe dirigente che si è sempre consegnata servilmente al vincitore di turno, ne ha ottenuto incarichi e benefici senza qualità e meriti, ha arricchito se stessa e impoverito la società: è venuto il momento che tutti i cittadini volenterosi si spendano per questa città e che i partiti di questa città respingano questa gente invece di blandirla come purtroppo hanno sempre fatto.
A Caltanissetta c’è una maggioranza di persone oneste e capaci che devono ritrovare il piacere di servire la collettività e devono avere il coraggio di condannare e respingere questo gruppo di persone che ha fatto il suo tempo e molti danni.
In questo senso i Giuristi per il NO, che non fanno politica militante e da oggi tornano, come il sottoscritto, alle loro occupazioni quotidiane nel campo del diritto, manifestano la loro disponibilità a contribuire a questo processo di riappacificazione e ricostruzione dell’Italia, della Sicilia e di Caltanissetta.
Mettiamoci al lavoro.
Antonio O. Campione Giuristi Nisseni per il NO