CALTANISSETTA – Come arrivano i regali sotto l’albero? Per i bambini la risposta è ovvia: li porta Babbo Natale con una slitta trainata da renne volanti.
I più piccoli non mettono mai in discussione questo mito e considerano credibile l’esistenza diunvillaggio al Polo Nord nel quale vengono creati tutti i giocattoli del mondo.
Ma cosa si può trovare dentro il magazzino di Babbo Natale il giorno della vigilia? Ancora una volta, i bambini sono convinti di saperlo. L’immagine nitida creata dalla loro mente richiama i negozi di giocattoli e le centinaia di articoli messi uno accanto all’altroe che, solo alla vista, fanno scintillare gli occhi.
Nonostante l’incessante evolversi del tempo e il cambiamento degli stili di vita, i giocattolairestanonell’immaginario collettivo figure capaci di poter realizzare i sogni di ogni bambino.
Ma chi erano e chi sono, adesso, i giocattolai nisseni?
Alcuni hanno chiuso da tempo le loro attività, altri sono diventati un’istituzione nel settore, altri sono aperti da poco e ancora hanno una storia da voler raccontare.
Tornando indietro con la memoria anche un uomo con i capelli imbiancati dall’età non può fare a meno di fantasticare pensando a quando, da piccolo, entrava in un negozio di giocattoli.
Quel luogo, che si trovava al centro di corso Vittorio Emanuele, era così affascinante da togliere il fiato a qualsiasi bambino. “I giocattoli ora sono principalmente di plastica o di materiale elettronico – ricorda Biagio -. In passato, invece, erano tutti di legno o di latta, dipinti con colori vivaci e si muovevano grazie alla fantasia del bambino o con una piccola carica a molla”. Entrare nel negozio e guardare quella lunga pila di giocattoli negli scaffali era già parte integrante del regalo che si sarebbe ricevuto.
Ciascuno dei giocattolai ancora presenti in città cerca di seguire le regole del mercato secondo la propria ispirazione. C’è chi offre unascelta tra 30–40 mila articoli diversi, chi fa una selezione tra quelli più amati dai bambini, chi si è affiliato a una grande catena nazionale e chi presenta solo articoli di nicchia ma dal grande fascino. Non conta la strategia ma solo far felice chi acquista il dono e chi lo riceverà.
La società si sta evolvendo, i giovani con le loro famiglie, si trasferiscono in altre città per motivi di lavoro e alcuni giocattolai nisseni si sono mossi per andare incontro alle esigenze dei propri clienti. “Una delle cose più belle di questo lavoro è quella di sapere di aver virtualmente ricongiunto una famiglia – ha raccontato la famiglia Paxia, titolare del negozio Disneyland -. Per questo abbiamo deciso di supportare i nostri clienti e farci carico della spedizione del regalo che hanno appena acquistato”.
Una cosa accomuna i giocattolai “moderni” e li distingue da quelli “antichi”. Se dei negozi del passato restano solo i racconti di chi li ha visti di persona, dei negozi attuali sappiamo tutto. Merito del sito internet, dell’e-commerce e di Facebook.
Cosa è cambiato in mezzo secolo nel mondo dei giocattoli?
Quei bambini che stavanocon gli occhi incollati alle vetrine di Maira sono diventati prima genitori e poi nonni e, a distanza di decenni, si avverte che a cambiare sia stato “tutto” e “niente”. La vera differenza, infatti, sta nellaprospettiva che si sceglie per osservare la realtà.
È cambiata la confezione, il marketing, la tipologia dei prodotti, la vendita online e il nome del giocattolaio ma non il presupposto di base: ogni regalo è sempre accompagnato dal sorriso di un bambino.
“Quando ero piccola mia madre ci faceva trovare i regali solo per le occasionispeciali.Natale, compleanno e il giorno dei morti e, se il padre faceva parte di una società o associazione, a qualcuno arrivava anche il dono per la Befana- ricorda Antonia -. Ma nei pacchi non si trovavano solo giocattoli perché, per le famiglie meno abbienti, quella di dicembre era l’occasione ideale per poter acquistare indumenti nuovi. I genitori, però, anche allora erano pronti a fare sacrificie, all’abito o al paio di scarpe,cercavanosempre di accompagnare un piccolo giocattolo”.
Appare evidente che, se nel passato il giocattolo connotava l’eccezione di un avvenimento importante, adesso la vendita è diventata continua e costanterischiando di far perdere il significato del regalo e il valore dell’attesa.
“Avevo poche occasioni per scegliere un regalo e stavo a lungo dentro il negozio per avere la certezza di aver scelto bene” ricorda Maria Concetta. Adesso, invece, i bambini dedicano lo stesso tempo a girare tra gli scaffali ma spesso perché hanno troppi giocattoli e non sanno più cosa scegliere.
Gli psicologi invitano a non generalizzare anche se, talvolta, i figli troppo viziati sono lo specchio di genitori insicuri o con sensi di colpa. Una conseguenza del moderno stile di vita della società nella quale l’assenza fisica, determinata dalla separazione della coppia o dalle troppe ore dedicateal lavoro, viene compensata con regali per i figli.
Cosa si troverà quest’anno sotto l’albero di Natale?
Bambini che imitano i genitori e genitori, che con i regali, tornano bambini.
E mentre passeggini, cullette e cucine sono sempre più simili a quelli reali e gli aspirapolvere sono della stessa marca di quelli che si trovano nella maggior parte delle case degli italiani, gli adulti acquistano consolle per videogame e droni telecomandati.
Ma qual è il regalo giusto da fare? Per gli psicologi non è l’oggetto che conta ma la quantità e qualità di tempo che l’adulto trascorre con il bambino.
Da un’indagine condotta a livello nazionale dalla DeloitteXmasSurvey emerge che anche quest’anno i consumi per le festività natalizie resteranno elevati e che quasi la metà dei bambini sotto i 12 anni riceverà giochi educativi.
I peluches, le macchinine e le bambole, forse, sono quegli articoli che sono stati capaci di evolversi nei materiali, nelle rifiniture e nella qualità ma che, sempre più interattivi, sono ri