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“E il Verbo si fece carne… e l’adorò beata!”

Don Salvatore Callari

“E il Verbo si fece carne… e l’adorò beata!”

Dom, 25/12/2016 - 23:35

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Celebriamo il Santo Natale, così caro al popolo cristiano. E può sembrare strano, o semplicistico, che ci si ponga la domanda : cos’è il Natale ? Certo con un po’ di … leggerezza, si potrebbe dire : il Natale è gioco di mille luci colorate che adornano le strade ed i balconi, le vetrine dei negozi ; è il suono delle nenie e dei canti che creano la magia gioiosa di questi giorni; il Natale è il sorriso amabile che affiora sulla labbra negli incontri e nello scambiarci gli auguri. E tanto altro che anima la comunità che fa festa, in svariati modi. Tutto questo è bello, apprezzabile: è “una luce” che illumina le nostre vicende quotidiane. E non vogliamo contrastarlo o eliminarlo. Ma è troppo poco, sul piano cristiano, del significato profondo che porta con sé la memoria del Natale. Ed è, perciò, altrettanto bello e gradevole, e di valore superiore, se non ci sfugge la … motivazione di fondo, cioè la ragione essenziale della festa, accendere un’altra “luce”, oltre a quella dell’aspetto umano, sociale, tradizionale, cioè “la luce della fede”. La vera radice di tutto è la memoria della nascita di Gesù. E noi dobbiamo collocare in cima ai nostri pensieri “la grande novità”, il “ gaudium magnum “, proclamato dagli angeli, cioè la grande gioia che si riversa sulla umanità per il “ Mistero della Incarnazione”. Con un empito vigoroso e spumeggiante, S. Paolo, ci invita a considerare con devoto fervore quello che è avvenuto : “ è apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza per tutti li uomini” La gioia, la salvezza, annunciata dai profeti, a lungo attesa, finalmente è compiuta, il mistero che Dio custodiva “nel suo cuore” da secoli, si è realizzato. Non pensiamo alle nostre magagne, ai nostri errori, alle nostre miserie, variamente espresse nei confronti di Dio e degli uomini, non piangiamo su noi stessi e i nostri peccati, e per un giorno sostiamo nella contemplazione di questo inestimabile dono che Dio ci ha fatto come prova del suo grande amore. Ammiriamo, colmi di stupore, la splendida testimonianza che ci dà il Verbo, figlio di Dio, che sceglie la condizione di uomo, assoggettandosi ai limiti che comporta la natura umana, che accetta la umiliante situazione della povertà, nascendo in una grotta. In questo modo, Gesù, incomincia ad assaporare il gusto amaro di un cammino aspro che lo porterà all’offerta sacrificale di sé, per insegnare agli uomini il senso della fraternità, della solidarietà, dell’amore.
Come Maria , con sincera fede, contempliamo, adorando,” il Verbo di Dio che si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi “.