CALTANISSETTA – Si lavora alacremente nel quartiere arabo per mettere a punto gli ultimi dettagli di “Betlemme agli Angeli”, il presepe vivente di Caltanissetta. Un fermento attivo e propositivo che anima tutti i residenti del quartiere che con grande spirito di altruismo e gratuitamente, sin dal 2009, si adoperano ogni anno per accendere con la magia del presepe l’antico quartiere. L’associazione “Betlemme agli Angeli”, la parrocchia di San Domenico e l’associazione culturale Anzichitanza sono pronti per l’inaugurazione in programma oggi, lunedì 26 dicembre, alle ore 18 per poi restare aperto sino alle 21.30. Si continuerà nei giorni 27 dicembre e 5 gennaio con gli stessi orari sopracitati. Il presepe si concluderà il 6 gennaio alle ore 18:00 con appuntamento presso la chiesa di San Domenico.Tutti i figuranti, la Sacra Famiglia e i Re Magi si sposteranno in centro storico per poi tornare al punto di partenza. La grotta all’interno del quartiere Arabo.
In realtà, come testimonia la foto sopra, la notte di Natale, il bambinello Gesù è stato portato nella grotta da Giuseppe e Maria; un corteo ha accompagnato la Sacra Famiglia. Il presepe vanta la partecipazione di tantissimi figuranti in costume, che sono per scelta tutti residenti dell’antico quartiere di San Domenico, che prende il nome dall’omonima chiesa di San Domenico. Il quartiere in città è altrimenti conosciuto come il quartiere degli Angeli per la presenza del vicino cimitero monumentale degli Angeli. Il presepe fin dalla prima edizione si effettua nelle abitazioni originali costruite dagli arabi; queste sono recuperate dall’associazione di volontari che si occupa del presepe.
*Quest’anno tra le novità la riproposizione dell’antica redazione de “Il Fatto Nisseno” nel presepe. Uno scritto, la cui autenticità è da anni al centro di una vibrante discussione accademica, di Tacito (uno dei maggiori storici latini) descrive, durante la nascita di Gesù, la presenza di due uomini provenienti dal centro della Sicilia che tornati nell’isola dissero di aver vissuto e dunque raccontarono l’avvento del Messia. Nel lavoro di quei due antesignani degli “inviati”, identificati da una tabella che tenevano sempre con sè, ed in quel primo supposto resoconto, ritroviamo le radici del moderno Fatto Nisseno*. (Ndr: dall’asterisco iniziale a quello finale, trattasi di “fonti” non… confermate).