Le giraffe che sono state ufficialmente inserite tra le specie “vulnerabili” all’estinzione dall’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn). La distruzione del loro habitat naturale, il bracconaggio e le guerre civili in molte zone dell’Africa, hanno ridotto il numero di esemplari del mammifero terrestre piu’ alto del mondo dai 155.000 del 1985 ai 97.000 del 2015, ha fatto sapere l’Iucn. La nuova classificazione nella Lista Rossa delle specie a rischio e’ scattata perche’ nel giro di tre generazioni c’e stato un calo superiore al 30%. Solo in alcune aree limitate del sud del continente si assiste a un aumento della popolazione delle giraffe, ma per lo piu’ confinata a parchi e riserve naturali. Esperti e gruppi animalisti hanno sollecitato nuove politiche di salvaguardia per una specie che sta subendo “un’estinzione silenziosa” perche’ nell’immaginario collettivo non e’ percepita a rischio come elefanti e rinoceronti, anche perche’ molto presente in zoo e parchi. Le giraffe sono sempre piu’ cacciate dai bracconieri in quanto prede facili di cui si puo’ mangiare la carne, come avviene ad esempio nella Repubblica democratica del Congo, oppure per trarne pozioni contro l’Aids, come avviene in Tanzania dove vi e’ una credenza legata al midollo osseo e al cervello di questo mammifero. Finora l’Iucn catalogava come “minima preoccupazione” il rischio estinzione per le giraffe, i caratteristici animali dal collo lungo che nei maschi adulti possono superare in sei metri di altezza. Ma ora gia’ due delle nove sottospecie di giraffa presenti in Africa sono inserite tra le specie piu’ minacciate al mondo: la giraffa di Rothschild (solo un migliaio di esemplari in Uganda e Kenya) e quella del Niger (meno di 300 esemplari). Anche per altre tre i numeri sono decrescenti, una e’ stabile e tre sono invece in lento aumento.