Una vicenda che risale al 26 luglio 2010. Quel giorno il sancataldese Cataldo Giovanni Paolino Fragale, che si era recato al “Sant’Elia” per dei controlli, venne dimesso dal S. Elia con la diagnosi di una cardiopatia ischemica. Nel capo di imputazione è contenuta anche la dicitura di infarto miocardico non Q anteriore. I medici, stando alla ricostruzione della pm Sofia Scapellato, prescrissero al paziente una doppia terapia anti aggregante, l’assunzione di farmaci anticoagulanti e una coronarografia, (un accertamento invasivo con liquido di contrasto per visionare le condizioni delle arterie) ma non avrebbero valutato con attenzione le condizioni di Fragale, al quale poi non venne eseguito l’esame corsaro grafico entro tre giorni dalla prescrizione della cura. E poco dopo le dimissioni Fragale morì per complicazioni che gli causarono un arresto cardiaco.
I familiari della vittima hanno chiesto di fare luce sulla vicenda e sono parte civile nel processo con gli avvocati Gianluca Amico e Salvatore Baglìo, mentre i cinque medici sono difesi dagli avv. Carlo Alessi, Giuseppe Dacquì e Davide Schillaci. Si tornerà in aula alla fine di gennaio. (Rassegna stampa, articolo di Vincenzo Pane fonte lasicilia.it)