In una nota diffusa ieri, Confesercenti ricorda «di aver presentato il 27 ottobre richiesta del piano di viabilità e del “Puc” al sindaco oltre che al comandante dei vigili urbani e al direttore generale del Comune, senza avere ricevuto ad oggi alcun riscontro». Quindi aggiunge: «All’incontro indetto dall’assessore al commercio Ilaria Insisa ha partecipato soltanto Confcommercio in quanto le restanti sigle, compresa Confesercenti, non sono state convocate per cui non era presente alcun nostro rappresentante. Confesercenti quindi prende le distanze da quell’incontro e dalle dichiarazioni dell’assessore Insisa, ribadendo che la nostra organizzazione è da sempre votata alle piccole e medie imprese che costituiscono l’ossatura economica della nostra città».
Duro poi il giudizio nei confronti dei due assessori Felice Dierna e Carlo Campione -dopo le rispettive dichiarazioni con le quali sostenevano che «il nisseno preferisce andare fuori» in negozi economicamente vantaggiosi, rispetto ai negozi presenti sul territorio nisseno, e ciò perché non esisterebbero attività che possono competere con i negozi presenti all’interno di tali strutture commerciali». Inoltre, Campione viene tacciato di “scarsa memoria” a proposito delle basole “ballerine” collocate in piazza Garibaldi e corso Vittorio Emanuele che non sarebbero state concepite per il traffico veicolare, «problematica quest’ultima segnalata più volte dal Centro commerciale naturale a cui a suo tempo vennero fornite debite rassicurazioni da parte dei tecnici responsabili al rifacimento del manto stradale nelle strade in questione. Quella parte di nisseni che va a compare fuori non va in gita, bensì “fugge” dalla depressione di un centro storico poco illuminato, poco pulito, con poche attrazioni e con la percezione di una scarsa sicurezza, così come dichiarato dal colonnello del carabinieri Gerardo Petitto». Il col. Petitto, ricorda Confesercenti, ha parlato di «progressivo svuotamento dei centri storici sempre meno abitati dalla popolazione residente e di pari passo occupati dagli immigrati stranieri, famiglie disagiate, persone emarginate. Ciò rischia di creare conseguenti sacche di illegalità, constatando anche danni al patrimonio artistico e culturale della nostra città». (Fonte lasicilia.it)