Più volte oggetto di dibattito è stata la questione del rischio connesso alle webcam installate sui computer laptop e desktop, proprio qualche giorno fa James Comey, direttore dell’FBI, durante una conferenza al Center for Strategic and International Study ha ribadito l’importanza di coprire con del nastro adesivo o scotch non trasparente le webcam di pc, smartphone e tablet, così da evitare pericolose, potenzialmente imbarazzati e pericolose invasioni della nostra privacy da parte di malintenzionati.evidenziando come questa precauzione sia applicata in ogni ufficio governativo americano.
Ma la pratica è seguita anche da vip quali Mark Zuckerberg, che è solito adottare questa misura semplice ma piuttosto efficace per tutelare la sua privacy.
Il suggerimento potrebbe sembrare bizzarro ma, quelle di Comey e Zuckerber non sono due voci di poco rilievo e non sono certo le uniche. Sono molti infatti quelli che suggeriscono di fare la stessa cosa, compresi numerosi esperti nel settore di sicurezza. Il fatto è che è difficile avere la certezza assoluta che sul computer non siano installati software di spionaggio, mentre possiamo essere del tutto certi che la webcam è fisicamente coperta e che non può riprendere nulla.
Ovviamente il nastro adesivo non previene un altro pericolo: l’ascolto attraverso il microfono. Se un hacker dovesse introdursi nel computer, infatti, potrebbe non avere accesso al video ma avere comunque la possibilità di ascoltare le nostre conversazioni.
In realtà se qualcuno riesce a prendere il controllo dei nostri dispositivi è perché noi lo abbiamo in qualche modo ‘aiutato’, anche se non consapevolmente. Di solito i malintenzionati inviano alla vittima una mail-esca che contiene un link: se cliccato, installa sulla nostra macchina il software che permetterà di accedere alla webcam.
La stessa cosa può succedere visitando siti web di dubbia reputazione. La soluzione del nastro adesivo non è definitiva ed occorre senz’altro fare un pò di attenzione, evitando di installare sugli smartphone app di cui non conosciamo la provenienza o cliccando su qualunque link ci passi davanti sullo schermo, senza curarci della sicurezza.
Gli esperti hanno confermato come siano tanti i virus, gli attacchi hacker o i programmi installati che, alla nostra insaputa, possono riprendere l’utilizzatore del computer scattando foto e, magari, richiedere somme di denaro sotto il ricatto della pubblicazione.
Proprio nel 2010 Blake Robbins, uno studente della Harrington High School, in Pennsylvania, ha denunciato la scuola per aver scattato a sua insaputa oltre 400 fotografie in due settimane dalla webcam del computer che gli era stato assegnato dall’istituto stesso.
La scuola si è difesa affermando che in effetti tutti i portatili affidati agli studenti montavano un software di sicurezza, che oltre a tracciarne la posizione (col gps) scattava periodicamente una fotografia di chi lo stava utilizzando. Lo scopo dichiarato era quello di tenere sotto controllo gli apparecchi in caso di furto. Ma di fatto erano state scattate oltre 56.000 fotografie a ignari studenti, molti dei quali minorenni.
Un evento del tutto simile accaduto, poco tempo dopo, ad una giovane americana, reginetta di un concorso di bellezza, che scoprì che un compagno di studi aveva violato la webcam del suo computer e scattato centinaia di foto attraverso un software installato sul suo pc, alla sua insaputa.
Insomma forse violare la privacy non è così difficile, ma seguire delle semplici regole ci può evitare di incorrere in spiacevoli incidenti.