CALTANISSETTA – Nonostante pioggia e maltempo, nella mattina di sabato 19 novembre , sono arrivati a Caltanissetta da molte parti della Sicilia gli attivisti No MUOS (Mobyl User Objective System) per il presidio protesta contro le denunce, gli avvisi di garanzia e i rinvii a giudizio emessi per i tre anni di lotta a Niscemi, dove l’impianto USA è allocato. Nonostante il procedimento penale in corso sulla mancanza di autorizzazioni per la costruzione del MUOS, il Tribunale del Riesame di Catania, pochi mesi fa, ha annullato il sequestro per abusivismo dell’impianto disposto dalla Procura di Caltagirone. Poco dopo, le autorità militari americane hanno annunciato l’operatività del MUOS, e gli attivisti affermano che hanno registrato una continua escalation di atti giudiziari nei loro confronti.
Nel mese di gennaio, dovrebbe tenersi la prima udienza del processo a carico di ben 129 attivisti, rinviati a giudizio per due episodi, l’ingresso nel 2013 nell’area recintata dove sono impiantate le antenne, e la liberazione simbolica, il 25 aprile 2014, del pozzo d’acqua dentro il recinto innalzato dalla Marina USA all’interno della sughereta di Niscemi.
Gli appartenenti al movimento evidenziano: “Manco la mafia è stata più interessata da un processo con questi numeri, dopo il maxiprocesso di trent’anni fa”. I No Muos sottolineano l’accanimento contro il Movimento che però non intende fermare le attività di sensibilizzazione e di protesta: “Punirne uno per educare 100: questa sembra essere la logica di chi vuole i cittadini sempre in silenzio. O addirittura collusi con chi svende territori e salute per le guerre crudeli, illegali ed eticamente indifendibili che fanno del Mediterraneo zona di crescente militarizzazione.”