Nassiriya 12 novembre 2003: 13 anni fa la strage. Boldrini: “19 caduti da non dimenticare”

ROMA – “Oggi ricorre il tredicesimo anniversario del barbaro attentato di Nassiriya, nel quale morirono mio padre e i suoi commilitoni impegnati ad aiutare il popolo iracheno a ritrovare la libertà e a conquistare la pace.” Lo ricorda Marco Intravaia, orfano di Domenico Intravaia, vice Brigadiere dei Carabinieri ucciso nella strage. “Mio padre ha servito il Paese fino all’ultimo giorno, pur sapendo dei gravi rischi per la sua vita, – aggiunge – consapevole che da un momento all’altro sarebbe potuto morire. Lo ha fatto senza nessuna paura, lo ha fatto con amore rimanendo fedele al giuramento prestato alla Repubblica. Lo ha fatto con orgoglio, quello stesso orgoglio con il quale aveva deciso di arruolarsi ed indossare una divisa, con lo stesso orgoglio con il quale ha difeso la nostra Nazione dalla piaga del terrorismo, ed è con il medesimo orgoglio che noi, oggi e negli anni a venire, dobbiamo ricordare lui e i suoi colleghi caduti”.

Boldrini, riconoscenza per sacrificio 19 caduti Nassiriya – “Tredici anni fa, a Nassiriya, l’esercito italiano subì il più grave attacco dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: vennero uccisi diciannove nostri connazionali – di cui dodici carabinieri di stanza presso la base irachena, cinque militari e due civili – che partecipavano alla missione internazionale denominata “Antica Babilonia”. È dedicata anche a loro la Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, che celebriamo oggi”. Lo afferma la Presidente della Camera Laura Boldrini, nel tredicesimo anniversario della strage di Nassiriya. “Li commemoriamo non soltanto per un elementare dovere di riconoscenza, ma insieme per indicare a tutti, in particolare alle giovani generazioni, il valore del sacrificio che talvolta è necessario per la conquista della libertà e della democrazia”. “La nostra Costituzione “ripudia” la guerra non solo come strumento di offesa, ma anche come “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Ripudiare la guerra non vuol dire tuttavia non valorizzare le forze armate. Anzi, nei contesti martoriati dai conflitti in cui operano le missioni internazionali, spesso sono proprio le forze armate a rappresentare un presidio di pace”, dice ancora la Presidente Laura Boldrini nel suo messaggio. “Per tali ragioni ritengo che questa giornata debba essere anche l’occasione per ricordare l’impegno di quanti, al di fuori dei confini nazionali, sono ancora oggi al lavoro nelle missioni internazionali a cui anche il nostro Paese partecipa, a difesa dei valori di libertà, di giustizia e di democrazia”, conclude.

Grasso, in Senato lapide con tutti nomi vittime  – “28 morti, 19 italiani. Era il 12 novembre 2003, a Nassiriya. Non dobbiamo scordare i nostri ragazzi, le loro storie, la competenza e l’orgoglio con cui hanno indossato la divisa e rappresentato l’Italia in Iraq. Per questo, alla messa in loro ricordo, ho accettato l’invito delle famiglie ad apporre una lapide con tutti i loro nomi nella Sala Caduti di Nassiriya del Senato. Ho subito informato il Ministro della Difesa e il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, che hanno accolto con piacere questa iniziativa. Il tempo di avere la targa e inviteremo tutti i familiari alla cerimonia”. Lo scrive su Facebook il presidente del Senato Pietro Grasso annunciando che “presto, quindi, in Senato ci saranno i nomi che riporto qui, perché non vada dimenticato che dietro ciascuna persona che è stata uccisa ci sono storie, familiari, amici che hanno persona un loro caro”. E Grasso riporta quindi i nomi delle vittime di Nassiriya: “i Carabinieri: Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Alfonso Trincone. I militari dell’esercito: Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro, Pietro Petrucci. I civili Marco Beci, cooperante, e Stefano Rolla, regista”. (Fonte ansa.it)

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