Le indagini, nel novembre 2015, presero avvio dal racconto della vittima, una studentessa universitaria ventenne, che si recò presso la Tenenza dei carabinieri di San Cataldo, accompagnata dai genitori. La ragazza disse che si era recata ad una festa in un casolare di campagna di Caltanissetta. Dopo aver bevuto perse i sensi risvegliandosi la mattina seguente senza i propri vestiti, in un letto di una casa fatiscente del centro storico di Caltanissetta, abitata da nigeriani. La giovane nissena, nel prosieguo della testimonianza, affermò che gli aguzzini, dopo averla privata di vestiti e cellulare, la violentarono ripetutamente dopo averla drogata, oltre a “venderla” ad altri stranieri per ulteriori abusi sessuali. Solo dopo cinque giorni riuscì a fuggire approfittando della momentanea distrazione dei sequestratori che non la lasciavano mai sola.