Oltre cento donne in Italia ogni anno vengono uccise da uomini, quasi sempre quelli che sostengono di amarle. E’ una vera e propria strage. E ai femminicidi si aggiungono poi violenze che sfuggono ai dati ma che, se non fermate in tempo, rischiano di fare tante altre vittime. Sono migliaia le donne aggredite, picchiate, perseguitate, sfregiate. Quasi 7 milioni, secondo i dati Istat, quelle che nel corso della propria vita hanno subito una forma di abuso. Oggi si celebra nel mondo la Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dall’Onu e celebrata il 25 novembre di ogni anno. Tra le tante iniziative la manifestazione di sabato a Roma “Non una di meno”. E’ quindi l’occasione per fare il punto su un drammatico fenomeno, quello della violenze di genere.
Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: perché la data del 25 novembre Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, non è una data a caso. E’ il ricordo di un brutale assassinio, avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Trujillo. Tre sorelle, di cognome Mirabal, considerate rivoluzionarie, furono torturate, massacrate, strangolate. Buttando i loro corpi in un burrone venne simulato un incidente. Non sempre, non ovunque, le cose sono cambiate da quel giorno: basti pensare alle bambine dell’India che quasi ogni giorno vengono stuprate e uccise, ma anche a casa nostra, dove la violenza contro le donne è spesso nascosta in ambito domestico. La Giornata è stata istituita dall’Onu con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. La matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata ancor oggi nella disuguaglianza dei rapporti tra uomini e donne. E la stessa Dichiarazione adottata dall’Assemblea Generale Onu parla di violenza contro le donne come di “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini”.
In Italia Secondo gli ultimi dati forniti dalla Polizia sembrerebbero in lieve diminuzione i femminicidi, che gli altri anni superavano di gran lunga i 100 casi. Non cambiano invece i dati sui maltrattamenti. Ma non c’è da rallegrarsi né da abbassare la guardia in quanto negli ultimi cinque mesi in Italia sono state uccise oltre 25 donne, quindi più di una a settimana. L’ultima vittima si chiamava Elizabeth ed è stata strangolata dal compagno che lei aveva già denunciato per stalking. Il preoccupante fenomeno dello stalking – Sono 3 milioni e 466 mila in Italia, secondo l’Istat, le donne che nell’arco della propria vita hanno subito stalking, ovvero atti persecutori da parte di qualcuno, il 16% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Di queste, 2 milioni e 151 mila sono le vittime di comportamenti persecutori dell’ex partner. Ma il 78% delle donne che ha subito stalking, quasi 8 su 10, non si è rivolta ad alcuna istituzione e non ha cercato aiuto.
Cinque milioni per le vittime di violenza – Alle donne vittime di violenza e ai loro figli saranno destinati 5 milioni annui nel triennio 2017-2019. Lo prevede un emendamento alla legge di bilancio approvato in Commissione alla Camera. Le risorse andranno al piano antiviolenza, ai servizi territoriali, ai centri antiviolenza e ai servizi di assistenza alle donne. Il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità sarà quindi incrementato di 5 milioni annui.
Sabato manifestazione a Roma – “Basta violenza maschile sulle donne”: è il coro di protesta che sabato 26 novembre si leverà dalle vie di Roma. “Tantissime” le adesioni raccolte finora alla manifestazione nazionale “Non una di meno”, che partirà alle 14 da Piazza della Repubblica e raggiungerà in corteo Piazza San Giovanni.
Un’altra novità riguarda l’aumento delle richieste di aiuto da parte di uomini violenti. Basti pensare che il Cam di Firenze, Centro Ascolto Uomini Maltrattanti, si è passati da sole 9 richieste di aiuto nel 2009 a 85 nel 2015. E quest’anno, al 30 settembre, i casi erano già 66. (Fonte ansa.it)