Le ordinanze emesse dal Comune per lo sgombero degli edifici pericolanti e la eliminazione del pericolo esistente sono parecchie. Tra le altre ne è stata emessa una anche a carico dei proprietari di un grosso fabbricato ai civici dal 38 al 46 della via Firenze, dove si erano già verificati alcuni crolli e c’era il pericolo che altri potessero verificarsi da un momento all’altro.
Si tratta di un fabbricato con tre piani sopraelevati che prudentemente era stato già evacuato. Ma non può essere mantenuto perché ogni sua parte è risultata pericolante. E’ stato accertato che l’unica cosa da farsi è la demolizione che è stata avviata. Per cui il tratto della via Firenze interessato dai lavori è stato chiuso e le ruspe sono entrate in funzione.
Prima, comunque, è stato necessario svuotare i locali a piano terra che sono stati trovati pieni all’inverosimile di rifiuti ogni genere che ignoti vi hanno depositato e costipato già da tempo. C’era davvero di tutto, dai rifiuti solidi urbani in putrefazione a mobili, utensili di ogni specie, materassi, infissi, cartoni, ossia una vera e propria discarica. Tutto è stato momentaneamente collocato in due delle viuzze accanto, in attesa del trasporto in discarica.
Intanto lo spettacolo offerto dalle macerie formatesi con la demolizione è davvero desolante e sembra proprio di trovarsi a Beirut bombardata.
Non si sa se i proprietari vorranno ricostruire l’immobile, ma sembra di no. E aumentano così le zone del quartiere dove si demolisce e non si ricostruisce, contribuendo in tal modo al crescente depauperamento del centro storico.
Demolizione e ricostruzione sono invece previsti nei due isolati accanto alla via Firenze, con il finanziamento di 3.100.000 euro concesso dal Ministero per le infrastrutture e rimasto praticamente inutilizzato, perché i lavori sono stati iniziati e subito dopo sospesi anche perché le somme assegnate sono state revocate per non essere state spese nel termine previsto. Il finanziamento è stato riassegnato agli inizi dell’anno in corso, ma i lavori continuano a segnare il passo e il cantiere è rimasto chiuso.
A distanza di oltre tre anni dall’appalto, effettuato nel luglio del 2013, si parla ora di incaricare (con compenso di 6.000 euro) un tecnico specializzato per stabilire come fare per rimuovere l’amianto che è stato trovato nella zona interessata. (Fonte lasicilia.it)
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Caltanissetta la città del non fare......è proprio specializzata