Le indagini erano state avviate a seguito della trasmissione dalla Procura di Palermo, del procedimento iscritto a carico di Walter Virga, amministratore giudiziario nella procedura relativo all’immenso patrimonio Rappa, e di suoi collaboratori. Tale procedimento, a sua volta, era scaturito dalle risultanze di intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta che aveva, poi, trasmesso gli atti per competenza territoriale alla Procura della Repubblica di Palermo. Le attivita’ di intercettazione, successivamente disposte sulle utenze delle persone sottoposte ad indagini e nei locali della Nuova Sport Car spa, societa’ parte del complesso sequestrato, hanno consentito, “di delineare potenziali profili di responsabilita’ a carico di Silvana Saguto e Tommaso Virga”, magistrato padre di Walter. La Procura ha esteso l’attivita’ di intercettazione, tra le altre, anche alle utenze di Silvana Saguto, a suo marito Lorenzo Caramma, a Tommaso Virga, all’avvocato Gaetano Cappellano Seminara e a Carmelo Provenzano, ricercatore universitario presso l’Universita’ Kore di Enna. In particolare, all’interno dell’ufficio di Silvana Saguto sono state registrate conversazioni definite “decisive per individuare gli atti antidoverosi compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, nel contesto di due rapporti corruttivi, rispettivamente con Gaetano Cappellano Seminara e con Carmelo Provenzano”. Come descritto da un amministratore giudiziario – persona lesa del delitto di concussione, Silvana Saguto “intratteneva rapporti esclusivi con le persone che le interessavano”, secondo un modulo “a margherita, ossia senza vi fosse alcuna interferenza tra i rapporti che facevano capo a lei”, rapporti che la vedevano al centro, e da cui si dipartivano “petali” e “raggi”, non comunicanti tra loro, rappresentati da professionisti, amministratori giudiziari, colleghi, cancellieri, ufficiali di polizia giudiziaria, rappresentanti del mondo universitario e giornalisti, “dai quali traeva vantaggi e utilita’ di varia natura”. Gli indagati “erano riusciti a strutturare l’attivita’ della Sezione Misure di prevenzione e la gestione dei patrimoni in sequestro secondo modelli organizzativi criminosi, e a creare un sistema di arricchimento illecito improntato a criteri familistici e clientelari”. Ricostruiti gravi indizi di colpevolezza dei delitti di abuso d’ufficio aggravato a carico di Silvana Saguto e Tommaso Virga in relazione alla nomina di Walter Virga ad amministratore giudiziario della ‘procedura Giardina’, e di abuso d’ufficio aggravato a carico di Silvana Saguto, Tommaso Virga e di altro magistrato in relazione alla nomina di Walter Virga amministratore giudiziario della ‘procedura Rappa’.