Il M5s non è più lui, dice Pizzarotti. Doveva aprire il Parlamento e si chiude nelle stanze, aggiunge. Vuole governare, ma non si prende la responsabilità, perché non vuole dialogare con nessuno. E poi è cambiato, guardate “Di Maio: i lobbisti sono diventati di moda”. E ha morali diverse caso per caso, a partire da Roma dove (quasi) tutto è concesso: “Se avessi nominato io uno con la tessera del Pd o un ex impiegato di Iren, non so cosa sarebbe successo”. Il Movimento Cinque Stelle, insomma, “giustifica l’ingiustificabile”, perfino “avere un capo politico” che “è una sconfitta”. Un Movimento sostenuto da “talebani”, consumato da “arrivisti ignoranti che non sanno cosa vuol dire amministrare”.
Sembrava fuori da mesi, forse da anni, e invece il sindaco di Parma Federico Pizzarotti lascia solo oggi il Movimento Cinque Stelle. Beppe Grillo – a Roma perché di problemi ce ne sono tanti altri – non commenta: “Si può anche decidere di non rispondere ai giornalisti”. Roberto Fico pare un po’ troppo ottimista: “Parleranno Federico Pizzarotti e Beppe Grillo, che è il garante del Movimento”. Ma ormai sembra un po’ una velleità, è troppo tardi. Il sindaco di Parma lascia il Movimento che lo ha spinto alla vittoria alle Comunali del 2012 e che lui, d’altra parte, ha spinto alla conquista della prima grande città, quando Roma eTorino erano ancora l’ultima delle fantasie. Lascia il Movimento che, direbbe lui, ha cercato di cambiare da dentro, senza riuscirci, dopo 3 anni: “Ho preso questa decisione con grande sofferenza”. E invece è mancata sempre la “coscienza critica”. Anzi, sente di aver subito ingiustizie, ritorsioni. Perfino norme ad personam, come nell’ultima proposta di regolamento che gli attivisti del M5s potranno votare sul blog fino a fine mese. “Non ci sono norme ad personam” puntualizza Fico. Eppure Pizzarotti è rimasto appeso al nulla per oltre 4 mesi: fino a oggi è rimasto “sospeso” dal Movimento senza che ci fosse una decisione sul suo destino, dopo le contestazioni dei vertici sulla mancata trasparenza per l’inchiesta sul teatro cittadino (peraltro archiviata) e dopo le sue controdeduzioni. “Si dovrebbero vergognare come M5S per non aver saputo prendere una decisione. Avrebbero potuto anche espellermi, sarebbe stato più dignitoso”. Così uscire e sbattere la porta diventa una liberazione: l’ho fatto, dice, per me, per i cittadini, perché ho sempre anteposto la città agli interessi dei Cinquestelle. “E credo di aver fatto un favore anche al garante che così può non decidere un’altra volta”.
Gli altri partiti non c’entrano, non parlatene nemmeno, ripete una, due, tre volte. Non c’entra il Pd, non c’entra Civati, non c’entra l’Italia dei Valori, non c’entra una lista civica. C’entra il M5s e il fatto che si sia sempre sentito “un uomo libero, da uomo liberonon posso che uscire da questo Movimento 5 Stelle, da quello che è diventato oggi e che non è più quello che era quando è nato”. I 18 consiglieri che sostengono la giunta rinnovano l’appoggio al sindaco di Parma, anche se l’unico a uscire dai Cinquestelle è proprio il primo cittadino. “La conferenza stampa è stata condivisa con consiglieri e attivisti” aggiunge il capogruppo del M5s Marco Bosi. Questi restano nel Movimento, ma il sostegno al sindaco significa che “c’è una pesante critica alla gestione” dei Cinquestelle.
Un incontro di Grillo sembra un progetto remoto, visto quello che dice Pizzarotti: demolisce tutto ciò che è il Movimento oggi. “Penso agli errori di Di Maio: i lobbisti sono diventati di moda”. Il direttorio? “Chi l’ha scelto, chi l’ha votato, se è stato proposto dicendo: questi sono i migliori?”. E la collega Raggi? “Se avessi nominato io uno con la tessera del Pd o un ex impiegato di Iren, non so cosa sarebbe successo. Noi siamo stati crocifissi per molto meno”. In definitiva, “io non posso riconoscermi in questo Movimento 5 Stelle. Siamo passati dal ‘votiamo anche le leggi degli altri se sono buone’ a ‘non votiamo le leggi degli altri a oltranza’. Nel M5s o si è bianchi o si è neri, abbiamo imparato a fare opposizione e basta. Ma ci siamo dimenticati che prima ci sono le persone. Il M5S ha perso la sua umanità. Si diceva nessuno resti indietro e ora abbandoniamo le persone in base a una decisione del garante”. Da quasi due anni, racconta, spiega di non aver più paura. Dice proprio così: paura. “Paura di dire quello che si pensa. Invece questa paura serpeggia tra tante persone, ad esempio parlamentari che ti chiedono come va e dopo hanno paura di farsi una foto insieme“.
Uno scontro che si fa frontale, una volta di più: “In questi giorni – ha detto ancora il sindaco di Parma – si sta discutendo una nuova revisione del regolamento interno. che non si sa chi lo abbia proposto, né chi lo abbia scritto, né come si possa modificare. Una volta discutevamo in rete come elaborare le proposte tutti insieme, oggi si richiedono 3000 firme cartacee degli iscritti. Ma quali sono gli iscritti?. Come nella più triste tradizione italiana, il regolamento prevede una norma ad personam, visto che sono l’unico sospeso del Movimento in Italia. E perché, mi chiedo, si prevede una sospensione da 12 a 24 mesi? Cosa significa che, dopo i lavori forzati, uno si è ravveduto ed è tornato sulla retta via?”.
Pizzarotti sostiene di aver “pagato per aver messo la mia città davanti al M5s e questo lo rifarei mille volte”. E quindi, “voglio rappresentare quello che avremmo potuto essere”, perché “manca una rete di amministratori, ma non si vuole imparare dalla propria storia”, “nonostante i risultati che abbiamo raggiunto nell’amministrazione nessuno nel Movimento 5 Stelle vuole usare la nostra esperienza. Non siamo riusciti a fare rete, il Movimento questo concetto se l’è dimenticato”. E’ mancata la “coscienza critica”, ripete, e quando l’ha esercitata lui è stato “visto come un disturbatore”. E così tutti gli altri con cui si dovrebbe dialogare: “Vogliamo governare e poi non si dialoga con nessuno. Questo non vuol dire governare. Amministrare vuol dire dialogo con altri, prendersi delle responsabilità”. E questo ha un effetto sulla base: “Quanti ne abbiamo persi in questi anni? Nel tempo sono stati abbandonati dai cosiddetti talebani, persone oltranziste che giustificano tutto e il contrario di tutto solo in base a un processo sul blog“.
E Parma? A un secondo mandato “sarebbe irreale non pensarci, però essendo soprattutto una scelta personale, io ho anche un altro lavoro, lo facciamo se ci sono le condizioni. Ma è chiaro che sarebbe auspicabile una continuità, anche per alcuni cantieri e alcuni progetti”. Nessuna lista civica, almeno per ora. “Il cappello sulla mia testa è difficile metterlo – conclude – è prematuro qualsiasi discorso e mantengo la mia autonomia”. Qui, in Emilia, e fuori, in Itaia. “E’ evidente che in Italia ci sono dei problemi, è evidente che il 50% degli elettori non vota, è evidente che ci siano delle necessità e che serva qualcuno per poterle affrontare, ma questa è tutta un’altra storia. Non c’è nessuna lista civica, non c’è nessun partito a livello nazionale né ho mai lavorato per un partito a livello nazionale perché ho sempre lavorato per il mio Comune”. (fonte ilfattoquotidiano.it)