Mafia: due imprenditori a disposizione clan, confiscati beni per oltre 100 milioni di euro

Due imprenditori a disposizione di Cosa nostra. Sottratti beni per oltre cento milioni di euro. Nel dettaglio, la Direzione investigativa di Trapani ha notificato il decreto di confisca di parte del patrimonio immobiliare e societario riconducibile Calcedonio Di Giovanni, originario di Monreale, ma con interessi economici nella provincia trapanese. Imposti anche tre anni di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di dimora nel luogo di residenza. Il patrimonio immobiliare realizzato da Di Giovanni, tra cui rientrano il villaggio turistico di “Kartibubbo”, sul litorale di Campobello di Mazara, e oltre 400 unita’ immobiliari avrebbe ospitato in diverse occasioni latitanti mafiosi.
E La Polizia di Stato, in particolare la Sezione Patrimoniale dell’Ufficio Misure di prevenzione della questura di Palermo, ha eseguito un provvedimento di sequestro per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro, nei confronti del palermitano Antonio Vernengo classe 58 anni, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Palermo. Il provvedimento riguarda un immobile e due attivita’ commerciali, attive nel campo della distribuzione di carburante e in quello delle autorimesse.
Un impero nei settori dell’edilizia e del turismo quello del 67enne Di Giovanni. La proposta di applicazione della confisca, avanzata dal direttore della Dia Nunzio Antonio Ferla, d’intesa con il procuratore aggiunto Bernardo Petralia, e’ stata accolta dal presidente della Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani Piero Grillo. Gia’ nel 2014, il Tribunale di Trapani aveva sequestrato il patrimonio dell’imprenditore che pur non manifestandosi come un affiliato a Cosa Nostra, ne e’ risultato contiguo. La fiorente attivita’ edilizia, in particolare, avrebbe avuto sempre il sostegno dei clan. Evidenti gli interessi nelle sue attivita’ delle cosche degli Agate di Mazara del Vallo e i rapporti con il faccendiere Vito Roberto Palazzolo. Piu’ recentemente, attraverso un sistema di truffe, ha avuto accesso a rilevantissimi finanziamenti pubblici nazionali e comunitari coinvolgendo nei propri progetti interessi della mafia di Castelvetrano. Il Tribunale di Trapani ha quantificato in oltre sessanta milioni l’evasione fiscale. Tra i beni confiscati, societa’ con sede in San Marino e Londra, coinvolte in complesse operazioni finanziarie collegate a grosse transazioni commerciali internazionali. Per quanto riguarda Vernengo, invece, la Sezione di misure di prevenzione, ritenendolo “vicino e a disposizione” delle cosche di San Lorenzo e Cruillas, ha avviato un procedimento di prevenzione definito con l’applicazione della Sorveglianza speciale per due anni e con il sequestro di circa 2 milioni di euro. L’uomo continuava ad agire e a fare affari attraverso i figli. Tra i beni sequestrati un immobile in via Giacomo Macri’, un distributore in viale dell’Olimpo; e il Parking di via del Bersagliere, nonche’ conti corrente bancari con 140.000 euro.

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