CALTANISSETTA – Scena muta da parte di Giovanni Aiello, l’ex poliziotto descritto dai pentiti quale “collegamento con i servizi segreti deviati” e noto come “Faccia da mostro”, chiamato oggi a deporre a Caltanissetta, nel processo ‘Borsellino quater’. Indagato di reato connesso, si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. I collaboratori di giustizia gli attribuiscono responsabilita’ dirette nelle fasi realizzative delle stragi di Capaci e via D’Amelio, nel fallito attentato all’Addaura ai danni di Giovanni Falcone, nonche’ nell’assassinio del poliziotto Nino Agostino. Il padre dell’agente, Vincenzo Agostino, lo ha riconosciuto nel corso di un “confronto all’americana”. “Essendo estraneo a questi fatti – ha detto Aiello – mi avvalgo per l’ennesima volta della facolta’ di non rispondere”. In particolare, a puntare il dito contro di lui, e’ stato qualche giorno fa, il pentito della ‘ndrangheta Antonino Lo Giudice. Anche i fratelli Pietro e Gaetano Scotto si sono avvalsi della facolta’ di non rispondere, limitandosi a dire di “essere estranei a questi fatti”.
Iniziera’ il 7 novembre la requisitoria per la strage di Via d’Amelio. Lo ha stabilito la corte d’Assise di Caltanissetta che tuttavia ha lasciato aperta l’istruttoria dibattimentale per eventuali produzioni di atti. Le altre udienze sono fissate per l’8, il 9 e 10 novembre. Il calendario delle udienze proseguira’ nei giorni 12, 13 e 14 dicembre. La Corte d’Assise di Caltanissetta, nell’udienza di oggi, non ha invece ammesso, la richiesta avanzata dall’avvocato Fabio Repici, di ammettere l’esame dell’ex sostituto procuratore nazionale antimafia Gianfranco Donadio, un magistrato che per anni ha indagato sulle stragi di mafia e in particolare sulle dichiarazioni rese dal pentito della ‘ndrangheta Antonino Lo Giudice. Ha invece ammesso, la documentazione relativa al colloquio investigativo fra il magistrato e il collaboratore di giustizia.