Sempre per quanto riguarda l’informazione televisiva, se da una parte il passaggio al digitale terrestre “ripropone una concentrazione tra Fininvest, Rai e Sky”, dall’altra parte questo modello “e’ molto piu’ adeguato al principio di pluralismo”. Passando ai quotidiani, lo studio prende nota delle novita’ del mercato, con il cambio di editore per Corriere della Sera e il secondo e terzo giornale nazionali, Repubblica e la Stampa, adesso parte dello stesso gruppo. “E’ presto per poter dire se il processo di fusioni rafforzera’ la qualita’ della stampa o no”, considera il rapporto . Certo e’ che le nuove tecnologie aiutano comunque ad accrescere il tasso di pluralismo dell’informazione in Italia. In particolare, la diffusione di internet, che “sta diventando la strada fondamentale per ottenere informazioni”, e’ uno degli elementi di maggior pluralismo, “anche se il divario digitale e’ ancora alto”, constata lo studio. Il documento del Parlamento evidenzia infine l’esistenza di uno solo sindacato di categoria, vale a dire la Fnsi. La Federazione nazionale della stampa italiana ha sostenuto nel 2008 la creazione dell’osservatorio nazionale chiamato Ossigeno, per controllare le minacce subite dai giornalisti e riportare le notizie oscurate. Ossigeno, evidenzia lo studio, “organizza anche laboratori che mirano a sensibilizzare i giornalisti su come evitare cause di diffamazione, che possono essere utilizzate come un potente strumento per scoraggiare una stampa libera”.