(di Don Salvatore Callari) E voi non sapere chi sono io? ….certo che non lo sapete, perché io non ve l’ho detto, né ho intenzione di conoscere quello che sapete di me. La domanda, non è mia; sostanzialmente proviene dal vangelo che leggiamo in questa domenica . Vi si narra la parabola del fariseo ( cui si potrebbe riferire la domanda ) e del pubblicano. Parabola piccola, semplice, splendida, sempre attuale, con un ….entroterra di sottile ironia., di pungente impatto con la nostra quotidianità. Le tre letture convergono sul tema della giustizia di Dio e nello stesso tempo ci fa rilevare la grande bontà del Signore, la sua misericordia.
Scegliamo come guida illuminante la parabola. Gesù dice : due uomini vanno al tempio per pregare: uno ritiene di essere giusto, l’altro riconosce di essere un peccatore. Il primo è il fariseo: potremmo dire ipocrita, per costituzione, Rivolto al Signore, quasi lo richiama all’attenzione: Ehi ! Signore ! Non sapete chi sono io ? Uno totalmente diverso dagli altri. ! Noi diciamo : Uno che pensa che tutto il male del mondo è sempre colpa degli altri. Ma Dio che sa tutto, che è giusto, lo “squadra” per bene e lo rimanda a casa col fardello delle sue colpe e presunzioni. Il secondo è pubblicano, cioè peccatore, tale giudicato dagli altri e tale si riconosce egli stesso. Per questo Dio lo perdona perché è misericordia. Dio ama i peccatori. Usa loro misericordia e li salva. Come ci verrebbe facile pensare : Siamo fortunati noi, che siamo peccatori ! Dio ci ama lo stesso. Ma non bisogna trascurare che c’è di mezzo il “pentimento”. Dice la 1° lettura :” Il Signore è giudice e non v’è il Lui preferenza di persone!” . E continua: “ la preghiera dell’umile, giunge fino all’Altissimo.” S. Paolo esalta la “buona giustizia di Dio “: Ho finito la mia corsa, e ora il Signore “ giusto giudice” mi consegnerà la corona.”
Ascoltando la parabola, però, credo sia opportuno fare un po’ di autocritica. Io chi sono ? Il fariseo o il pubblicano ? E’ bene esaminare se noi pecchiamo di presunzione, di ritenerci perfetti, esemplari, diversi dagli altri che sono tutti un … un pugno di … .Ricordiamo che il Signore non si lascia impressionare dalle nostre “ ipocrisie” , ma apprezza chi riconosce le sue fragilità e ne chiede perdono . Chi è saggio capisce che “ basta essere uomo, per essere un pover’uomo” ( P. Mazzolari) E Goethe : “chi non presume troppo di .sé vale molto di più di quanto crede” Non è da meno l’ammonimento di Gesù: “ chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato”
Potrà essere utile anche a noi qualcuno di questi … suggerimenti ?