CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Quasi in ogni famiglia c’è un figlio o una figlia che, finite le scuole dell’obbligo, proseguono la loro formazione e si iscrivono all’Università. E, sempre di più, si “allontanano” da casa. Si recano in un’altra città; dove risiedono, per alcuni anni, per alcuni giorni della settimana, per alcuni mesi l’anno. Per un periodo, spesso, si recano all’estero, dove proseguono gli studi, utilizzando il “programma Erasmus”. Per la maggior parte dei giovani l’esperienza universitaria costituisce un passo verso l’età adulta. Caltanissetta, sotto questo profilo, è una città speciale. Tanta storia, arte e cultura è, dunque una città piccola ma, con una università qualificata. Ai genitori suggerisce un ambiente di studio e di vita “sicuro”, agli studenti: una permanenza interessante e divertente. Fatta questa doverosa introduzione, torniamo ora alla nostra realtà. In questi mesi, abbiamo sentito molto spesso parlare di spostamento della Facoltà di Ingegneria Elettrica presso la Sede del Palazzo dell’Università Moncada oppure farla rimanere nell’attuale Sede di Via della Real Maestranze. Fatta questa breve premessa, penso sia importante portare un po’ di equilibrio in questa discussione. Da anni mi occupo ad accrescere tra i cittadini il senso di appartenenza all’Antenna Rai e alla consapevolezza dell’identità del suo territorio da parte dei cittadini ed in particolare dei futuri eredi: i bambini. Pertanto, come molti di voi sapranno, nei 13 ettari di terreno vi sono 2050 metri quadrati di immobile utile ad accogliere non solo il Museo Antropologico della Comunicazione Analogica ma, anche la Facoltà di Ingegneria Elettrica; location ideale per gli studenti. Tale destinazione faciliterà di usufruire dei fondi Europei che, andrebbero ad aggiungersi a quelli dell’Antenna Rai. Gli studenti saranno al centro della missione sociale dell’Università, anche se la realtà tende, sempre più spesso, a smentire questa affermazione di principio; credo, tuttavia, che sia necessario intervenire per rendere gli studenti sempre più partecipi della vita e del governo dell’Università, nonché per far sì che l’Università sia vissuta come un luogo di formazione civile e umana e di socializzazione. Termino con una frase di don Luigi Sturzo “Nella politica, come in tutte le sfere dell’attività umana, occorre il tempo, la pazienza, l’attesa del sole e della pioggia, il lungo preparare, il persistente lavorio, per poi, infine, arrivare a raccoglierne i frutti”.
Carlo Sorbetto