“Alda Merini, Brunate 2016”: a Moni Ovadia premio speciale

Poche settimane fa si è svolta a Brunate la cerimonia di premiazione della quinta edizione del Premio internazionale di Letteratura “Alda Merini – Brunate” che ha avuto quest’anno mille partecipanti con un incremento del quaranta per cento rispetto ai partecipanti della precedente edizione.

Il Premio è nato nel 2011 su iniziativa della Biblioteca Comunale di Brunate, per ricordare Alda Merini “poetessa dei Navigli” che aveva sue radici a Brunate (Como) poiché nel paese, denominato “Balcone sulle Alpi” abitavano i nonni paterni.
Il premio persegue l’obiettivo di ricercare e valorizzare la poesia e le sezioni del premio si ispirano all’attenzione che Alda Merini aveva per la poesia altrui e ai valori che ha testimoniato con la sua vita e la sua opera.
Per questo, oltre ai tradizionali premi di poesia edita ed inedita, dopo le prime tre edizioni, si è deciso di trasformare il tradizionale “Premio alla carriera” (di cui sono stati insigniti importanti poeti del secondo Novecento, come Vivian Lamarque e Maurizio Cucchi) nel premio speciale “Più bella della poesia è stata la mia vita”. Un premio non più limitato a poeti in senso stretto, ma a chi ha vissuto poeticamente e liberamente, come Alda Merini, testimoniando, nella propria vita, valori etici e culturali.

Il 23 ottobre, nell’Auditorium della Biblioteca di Brunate, alle ore 11,00,  in pratica si chiude l’edizione 2016 del Premio con l’assegnazione dei riconoscimenti speciali per i “150 anni di Penčo Slavejkov” riservato ai poeti di madrelingua bulgara e  del premio speciale “Più bella della poesia è stata la mia vita”  che quest’anno sarà conferito a Moni Ovadia, emblema del legame culturale tra Bulgaria e Italia.”

Salomone Ovadia, detto Moni, nasce nel 1946 a Plovdiv, in Bulgaria, da una famiglia di ascendenza ebraica sefardita. Traferitosi a Milano, si laurea in Scienze Politiche all’Università Statale, e nel frattempo intraprende la carriera di musicista e cantante. Fonda all’inizio degli anni ’70 il Gruppo Folk Internazionale (che poi prenderà il nome di Ensemble Havadià), in cui suona la tromba, la chitarra e il violino.

Nel 1990 Ovadia dà vita alla TheaterOrchestra; nello stesso periodo collabora con il CRT Artificio di Milano, con il quale realizza lo spettacolo “Golem”, portato nei teatri di Milano, Roma, Bari, Parigi, Berlino e New York.

Sul fronte teatrale, Moni Ovadia è in scena al Teatro Stabile di Trieste con “Trieste ebrei e dintorni”, mentre al Piccolo Teatro di Milano porta “Mame, mamele, mamma, mamà”, da lui scritto, interpretato e diretto.

Dopo essere apparso nel film di Nanni Moretti “Caro diario”, nel 1994  recita accanto a Alessandro Haber e Giuliana De Sio nel lungometraggio di Enzo Monteleone “La vera vita di Antonio H.”; inoltre, lavora con il regista Roberto Andò per “Frammenti sull’Apocalisse”, opera multimediale che viene presentata l’anno successivo al Festival Roma Europa. Sempre nel 1995 riceve il Sigillo per la pace dal Comune di Firenze; prepara con Mara Cantoni lo spettacolo “Dybbuk”, dedicato all’Olocausto, ed esordisce in “Taibele e il suo demone”, al fianco di Pamela Villoresi.

Nel 1996, esordisce in libreria scrivendo per Bompiani “Perché no? L’ebreo corrosivo“. E tra il 2006 e il 2007 pubblica “Il principe e il pollo” per Emme Edizioni e “Lavoratori di tutto il mondo, ridete. La rivoluzione umoristica del comunismo” per Einaudi. 

La giornata verrà presentata dal presidente della giuria Pietro Berra.

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