ROMA – In quasi la meta’ delle coppie che hanno problemi di fertilita’ la colpa e’ del maschio, ma solo in un caso un tre i maschi ne sono consapevoli e si curano. Alla vigilia del Fertility Dai (22 settembre) la Societa’ Italiana di Andrologia (SIA) ha messo in evidenza questo dato per avanzare una serie di proposte che hanno come obbiettivo quello di aiutare le coppie ad avere figli e alleviare i problemi della terapia che troppo spesso gravano solo sulla donna. Per questo, secondo gli andrologi, sarebbe auspicabile che in tutti i centri che praticano la fecondazione assistita ci sia la presenza di un andrologo, una figura in grado di rilevare e risolvere i problemi di fertilita’ dei maschi. “Il 25-30 per cento degli under 18 ha gia’ un problema che puo’ compromettere la fertilita’ futura che sarebbe rimediabile facilmente, se riconosciuto in tempo. Inoltre, una visita dall’urologo andrologo e’ semplice, spesso non servono esami strumentali, puo’ far emergere malattie latenti ma soprattutto migliora i risultati della fecondazione assistita e da’ sollievo alla partner, che in moltissimi casi potrebbe non doversi sottoporre ad analisi o trattamenti invasivi” si legge in una nota inviata dalla SIA. “L’abolizione della visita di leva ha tolto la possibilita’ di riconoscere tempestivamente alcuni disturbi, come il varicocele, che possono minare la fertilita’ ma anche essere facilmente curati se riconosciuti in tempo; in piu’ esistono tuttora pochi presidi ambulatoriali andrologici pubblici – ha detto Alessandro Palmieri, presidente della SIA – Gli uomini poi hanno gravi lacune conoscitive su cio’ che puo’ danneggiare la loro fertilita’, come le malattie sessualmente trasmesse, l’uso di droghe o l’esistenza di limiti di eta’ anche maschili per la procreazione naturale. Diagnosi e trattamento dei disturbi che incidono sulla fertilita’ maschile riducono il ricorso alla PMA e ne migliorano i risultati, quando si rende necessaria, diminuendo anche i problemi a carico della donna; valutare l’uomo peraltro e’ piu’ semplice e meno costoso, perche’ spesso basta uno spermiogramma e non servono test strumentali complessi”. La SIA propone percio’ che sia resa obbligatoria e vincolante la presenza della competenza andrologica in tutti i Centri di PMA e nei consultori del Servizio Sanitario Nazionale, per seguire il maschio in tutto il percorso della coppia; inoltre, presenta anche nuove raccomandazioni in cui sono inserite tutte le informazioni che ogni uomo dovrebbe conoscere per preservare la salute del proprio apparato sessuale e di quello dei figli. “Queste raccomandazioni dovrebbero essere divulgate presso pediatri e medici di medicina generale. La fertilita’ maschile e’ legata all’integrita’ dell’apparato riproduttivo fin dalla gravidanza e dall’infanzia, conoscere tutto cio’ che puo’ minacciarla e’ fondamentale per ridurre il ricorso alle tecniche di PMA una volta diventati adulti”, conclude Palmieri.
Sesso: infertilita’, in quasi la meta’ dei casi dipende da lui
Mer, 21/09/2016 - 10:49
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