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Nel Solco dello Spirito (di don Salvatore Callari)

Redazione

Nel Solco dello Spirito (di don Salvatore Callari)

Lun, 05/09/2016 - 00:01

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Padre Salvatore CallariPERCHE ‘ ESSERE A META? Si potrebbe dire, “ essere o non essere “( tutti interi )! che senso ha essere a .. metà ( cioè incompleti, incompiuti, monchi ! )
Seguendo la liturgia di questa domenica, si trova qualche difficoltà nel volerla … applicare alla vita concreta. concreta Proposte alte, sia per la comprensione che per l’attuazione. 1° Lettura : “ chi può conoscere
Il volere di Dio ? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore ? Come può un semplice fedele ispirarsi a queste espressioni per trovare un efficace stimolo all’impegno cristiano ? E’ difficile. 3° Lettura – Il Vangelo : “ se uno non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle e perfino la propria vita , non può essere mio discepolo .” A parte la necessità di una equilibrata esegesi, ( cioè una ragionevole spiegazione del brano evangelico, troppo esigente ) rimane sempre difficile una piena attuazione nella nostra vita. Proviamo a contentarci di poco, ma di possibile realizzazione nelle nostre vicende quotidiane. Speriamo di non rischiare qualche sbavatura sul piano della ortodossia. Prendiamo l’imput dal versetto del salmo : “ Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore “ E’ il desiderio dell’uomo che deve”contare i suoi giorni , riflettere sulla durata della sua esistenza e di avere la saggezza di saperla utilizzare al meglio con la “sapienza del cuore”, cioè non con i canoni della intelligenza… intellettuale, ma con “intelletto d’amore”. Scegliere bene, amare la scelta fatta e attualizzarla. A questo punto si deve porre il problema: Gesù ci sta chiedendo, da diverse domeniche, di trovare la giusta maniera per essere suoi discepoli, e magari, diventa esigente: “lasciare il padre, la madre, i propri beni …, prendere la croce. Duro e difficile. Allora ? Rinunziare a seguire Gesù ? ad essere cristiani ? Dal film ci viene un ammonimento” tutto nasce dal fatto che si fanno le cose a metà; si è buoni a metà; si è cristiani a metà” E’ facile, o meglio logico, che occorre pigliare più seriamente il cristianesimo. Non contentarsi di pochi e fragili indizi di vita cristiana; esaminare la propria condotta e vedere se c’è uno spazio vuoto da riempire; di che potrei fare e non ho fatto; del bene che potrei fare al prossimo, nei modi che mi sono consentiti, sul piano materiale e spirituale e morale. Se a Dio do soltanto “metà” di quel che gli devo, con l’osservanza di tutti i doveri religiosi. Insomma se mi trovo…a metà, devo completare l’opera intrapresa: costruire una personalità cristiana fatta di “ pienezza di fede”.