“Con il ripristino funzionale ed il potenziamento del porto rifugio – ha continuato il
primo cittadino – diamo avvio a quel sistema portuale concepito dalla vocazione intima in posizione euromediterranea della nostra città. Da qui, a cascata troveranno forza tutti quei progetti che segneranno la rinascita economica di Gela”. Il progetto ristabilirà la profondità dei fondali a quattro metri, per una movimentazione complessiva di poco più di 200mila metri cubi di sedimento marino in 135 kmq di area interessata dal dragaggio, così da garantire la sicurezza della navigazione. È prevista anche la riconfigurazione altimetrica dell’area esterna al porto e contigua alla radice del pontile di ponente, con la realizzazione di una barriera naturale, in modo da mitigare l’impatto ambientale.
mattina a Palazzo d’Orleans, l’intervento di Potenziamento del Porto Rifugio verrà eseguito a cura e responsabilità della Protezione Civile, mentre lo Studio sul Sistema Portuale di Gela verrà fatto predisporre da Eni a soggetti incaricati da essa e, una volta completato, verrà messo a disposizione del Comune di Gela che condividerà con i Ministeri competenti nel percorso già avviato per il rilancio infrastrutturale del territorio. Oltre al dragaggio, contro l’insabbiamento il progetto prevede il salpamento dei massi che realizzano i frangiflutti posti
nelle immediate vicinanze del molo di ponente, con il loro riposizionamento a sua prosecuzione e rafforzamento. “Che l’opera non sarà una cattedrale nel deserto – ha puntualizzato ancora il sindaco di Gela – lo conferma la contestuale redazione di un documento programmatico in cui verranno riportate le analisi dello stato di fatto
sotto i profili storico-artistici, architettonici, paesaggistici, di sostenibilità ambientale, socio economica, amministrativa e tecnica, del sistema portuale gelese e delle infrastrutture per la connessione intermodale con i sistemi portuali della Sicilia Orientale. Lo Studio di Prefattibilità permetterà alle amministrazioni competenti di analizzare le caratteristiche delle opere sia portuali che retro-portuali, con l’obiettivo, di creare un necessario processo di consultazione tra porti, interporti e stakeholders – ha concluso Messinese -, preliminare alla fase di individuazione degli investimenti comunitari”.