GELA – “Oggi si inaugura ufficialmente una nuova era di sviluppo sostenibile per Gela”. Lo ha detto il sindaco Domenico Messinese dopo aver firmato questo pomeriggio a Palermo l’accordo attuativo ex articolo 6 per la riqualificazione della portualità gelese assieme alla Regione Siciliana, alla Protezione Civile e al gruppo Eni che stanzierà 5,8 milioni dai fondi di compensazione.
“Con il ripristino funzionale ed il potenziamento del porto rifugio – ha continuato il
primo cittadino – diamo avvio a quel sistema portuale concepito dalla vocazione intima in posizione euromediterranea della nostra città. Da qui, a cascata troveranno forza tutti quei progetti che segneranno la rinascita economica di Gela”. Il progetto ristabilirà la profondità dei fondali a quattro metri, per una movimentazione complessiva di poco più di 200mila metri cubi di sedimento marino in 135 kmq di area interessata dal dragaggio, così da garantire la sicurezza della navigazione. È prevista anche la riconfigurazione altimetrica dell’area esterna al porto e contigua alla radice del pontile di ponente, con la realizzazione di una barriera naturale, in modo da mitigare l’impatto ambientale.
“Siamo orgogliosi di aver messo in piedi un intervento poderoso di dragaggio del porto – ha commentato l’assessore comunale allo Sviluppo Economico Simone Siciliano – scongiurando un’azione tampone a cui la precedente amministrazione aveva pensato solo per traghettare via mare le camere coke verso l’area industriale. Noi, non solo abbiamo eliminato dal paesaggio quell’obbrobrio, ma abbiamo preteso un progetto risolutivo contro l’endemico insabbiamento dell’infrastruttura che oggi diventa il primo anello di una catena di sviluppo economico inarrestabile, grazie agli accordi intavolati con le Aree Logistiche Integrate”. Secondo l’accordo sottoscritto questa
mattina a Palazzo d’Orleans, l’intervento di Potenziamento del Porto Rifugio verrà eseguito a cura e responsabilità della Protezione Civile, mentre lo Studio sul Sistema Portuale di Gela verrà fatto predisporre da Eni a soggetti incaricati da essa e, una volta completato, verrà messo a disposizione del Comune di Gela che condividerà con i Ministeri competenti nel percorso già avviato per il rilancio infrastrutturale del territorio. Oltre al dragaggio, contro l’insabbiamento il progetto prevede il salpamento dei massi che realizzano i frangiflutti posti
nelle immediate vicinanze del molo di ponente, con il loro riposizionamento a sua prosecuzione e rafforzamento. “Che l’opera non sarà una cattedrale nel deserto – ha puntualizzato ancora il sindaco di Gela – lo conferma la contestuale redazione di un documento programmatico in cui verranno riportate le analisi dello stato di fatto
sotto i profili storico-artistici, architettonici, paesaggistici, di sostenibilità ambientale, socio economica, amministrativa e tecnica, del sistema portuale gelese e delle infrastrutture per la connessione intermodale con i sistemi portuali della Sicilia Orientale. Lo Studio di Prefattibilità permetterà alle amministrazioni competenti di analizzare le caratteristiche delle opere sia portuali che retro-portuali, con l’obiettivo, di creare un necessario processo di consultazione tra porti, interporti e stakeholders – ha concluso Messinese -, preliminare alla fase di individuazione degli investimenti comunitari”.